Jazz is Dead! a Torino

“L’ottava edizione di Jazz is Dead è dedicata al tema dell’infinito, l’edizione più grossa della storia del festival, come numero di giornate, come numero di concerti e artisti coinvolti, come numero di collaborazioni, come numero di location”. Queste le prime parole di Alessandro Gambo, direttore artistico di Jazz is Dead! nel presentare la nuova edizione del festival, che prosegue: “Mi piace immaginare un festival che non brilla di stars ma che vive e pulsa come una galassia appena scoperta, un universo infinito di possibilità di ascolto e fruizione, dove ogni particella si combina con le altre, dove il flusso creativo e artistico è un magmatico continuo movimento”

Dopo le anteprime di marzo e aprile, il festival arriva al Bunker di Torino, tempio del clubbing e centro culturale indipendente nato dalla rigenerazione di un’ex area industriale nella zona di Barriera di Milano. Uno spazio in continua evoluzione, modello di innovazione culturale e sociale, che per quattro giorni a partire da venerdì 30 maggio accoglierà le diverse sonorità che da sempre Jazz is Dead! porta sul palco: dall’elettronica all’avanguardia, dal pop al folk, dai suoni etnici fino al rumore.

Il primo a salire sul palco, venerdì 30 maggio, è Ruth Goller, bassista, cantante, compositrice e ambientalista, che presenterà in anteprima il suo album Skyllumina uscito nel 2024. Un suono che fonde il jazz, la lirica e il post rock. Molto atteso il ritorno dei The Necks, il trio australiano attivo dal 1987, difficilmente classificabile tra jazz, ambient, avantgarde, minimalismo. I loro concerti sono sempre un’esperienza unica e irripetibile. Poi è la volta del concerto di Tarta Relena, in collaborazione con inner spaces. il duo vocale di Barcellona formato da Marta Torrella e Helena Ros esplora la polifonia vocale, reinterpretando canti tradizionali del Mediterraneo e composizioni proprie, con un approccio minimalista che fonde antichi suoni con elementi elettronici.

Bendik Giske, sassofonista norvegese con base a Berlino, è il protagonista di un live ipnotico e d’avanguardia che spinge le potenzialità dello strumento all’estremo su basi minimali ed eteree. Il suo sassofono ha suonato al Berghain, il tempio della techno mondiale grazie al suo ultimo omonimo album uscito su Smalltown. A mezzanotte si prosegue con Loraine James, artista inglese la cui identità è stata costruita attraverso una miscela di composizioni raffinate, sperimentazione grintosa e programmazione elettronica imprevedibile e intricata. Dall’Inghilterra a Detroit e poi nello spazio con i Dopplereffekt uno dei progetti più influenti e iconici della musica elettronica e techno, attivi dalla prima metà degli anni ’90, il duo è formato da Gerald Donald (fondatore del rivoluzionario gruppo afrofuturista Drexciya con James Stinson, nonché produttore come Japanese Telecom e Arpanet) e Michaela To-Nhan Bertel.

Sabato 31 maggio un programma tutto da ballare e cantare. Aprono gli ShrapKnel duo della Wreckin’ Crew di Philadelphia formato da PremRock & Curly Castro. Il loro ultimo album è uscito su Backwoodz Studioz. Sul palco poi i torinesi Funk Shui Project e la voce del siciliano/capoverdiano Johnny Marsiglia: soul, r’n’b tutto suonato, tutto cantato. Quando inizierà a farsi buio sarà l’elettronica a impossessarsi del festival, torna Matthew Herbert, uno dei più grandi musicisti e produttori di musica elettronica degli anni 2000, remixer e dj, anima jazz e ritmo techno, questa volta insieme alla batterista e cantante Momoko Gill. Sarà un live unico dove presenteranno per la prima volta il loro nuovo disco uscito per Accidental Records.

Tra i live più attesi quello di Meg che festeggia trent’anni di attività, dai 99 Posse fino alla fortunata ascesa da solista. Una voce dirompente, carica di gioia e lotta che porta sul palco il suo nuovo EP Maria. Arriva anche Egyptian Lover, il pilastro portante dell’hip hop più electro. Attivo sin dagli anni ’80, il suo suono è rappresentativo così come il suo immaginario estetico e il suono inconfondibile della sua Roland 808. Il ritmo non si ferma con il live/dj set di Los Hermanos, scuderia Underground Resistance Detroit, l’anima più soul e latina della label. Progetto di Gerald Mitchell con collaborazioni come Santiago Salazar e Dj Rolando. Per ballare al ritmo della techno latina.

Il programma di domenica 1 giugno si propone come un giro attorno al mondo, tra sonorità e visioni musicali che mixano jazz, rock e punk. Torna Oren Ambarchi con il progetto Ghosted accompagnato da Johan Berthling e Andreas Werliin (basso e batteria dei Fire!) tre nomi, tra i più importanti e influenti della scena underground sperimentale e avanguardista del globo. Si continua con il combat jazz dell’attivista Alabaster DePlume (in collaborazione con il Torino Jazz Festival) accompagnato da Momoko Gill e Ruth Gollier. Spazio poi al quintetto di Ibelisse Guardia Ferragutti & Frank Rosaly, uno dei debutti discografici più importanti degli ultimi anni, di nuovo per International Anthem, presente in tutte le classifiche del 2024.

Grande attesa poi per ascoltare la voce della cantante e attivista iraniana/kurda Hani Mojtahedi sulle basi create da Andi Toma dei Mouse On Mars nel progetto Hjirok una collaborazione unica, celebrata con un disco bellissimo uscito nel 2024. Ultimo live della giornata quello dell’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, quattordici elementi sul palco con la loro miscela esplosiva di folk, krautrock, post-punk e poliritmi africani. Per finire con il dj set della brasiliana Badsista, impossibile non ballare le sue sonorità elettroniche che fondono baile funk, perreo e kuduro.

L’ultimo giorno di festival, in collaborazione con Jazz Re:Found, omaggia il dub, da quello più scuro ed elettronico, fino a quello giamaicano. Ghost Dubs, Mad Professor e The Bug con il progetto Machine sul palco, tre live unici per gli amanti delle basse frequenze, chiudono i Cortex of Light creatura elettronica del trio tutto italiano Aitch, Piezo e Primordial Ooze.

Non mancheranno poi gli artisti e le artiste torinesi: l’orchestra Pietra Tonale, al quarto anno consecutivo in line up, i djs Andrea Passenger e Dualismo Sound, il producer Kreggo, la selector Angie BacktoMono, il dirompente duo emergente formato da Manu Sol & Nina B. il featuring tra le selezioni di Teeta e l’MC Galas e ancora la squadra completa di Pho Bho Records. Un lungo viaggio quello di Jazz is Dead! 2025 che si concluderà al Planetario di Pino Torinese con gli epiloghi distribuiti tra giugno e luglio all’interno della cupola di Infinito – Museo dello Spazio dove arriveranno Laura Agnusdei, il batterista Andrea Normanno e lo sperimentatore elettronico Paolo Dellapiana. 

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