In mezzo al conflitto musicale, l'arte di Berliner richiede un cessate il fuoco nel dibattito che contrappone tradizione e modernità, come se le due fossero in opposizione tra loro. Sulla scia dei suoi acclamati album Azalea (2019) e Onyx (2022), Berliner presenta Fantôme, una dichiarazione forte che invita a prendere la musica per quello che è e ad abbandonare la forza bruta delle categorizzazioni del jazz, uscito il 28 marzo 2025 per Outside In Music.
Il titolo dell'album, Fantôme, è la chiave attraverso cui si può interpretare il cuore dell'album. Fantôme, che letteralmente significa "fantasma", è una petizione per annullare la guerra delle convenzioni di genere e l'approccio al jazz e all'ascolto basato su criteri ristretti. Mentre Berliner cercava di immergersi nel processo creativo che attinge equamente da ogni angolazione del jazz passato e di quello futuro, si è ritrovata circondata – sia di persona che attraverso i dischi – da un vasto mare di persone con idee simili. Sia attraverso dichiarazioni verbali dirette che tramite concordanze musicali implicite, Berliner trovò affinità con la musica di artisti come Vijay Iyer, Ambrose Akinmusire, Taylor Eigsti (presente in Fantôme), Stefon Harris, Arooj Aftab, Ganavya e Jason Moran.
Come compositrice e arrangiatrice, Berliner scrive in un modo di natura trasformativa, incarnando il suo punto di vista. Un esempio di ciò è il suo arrangiamento dell'amato standard di Billy Strayhorn, "Upper Manhattan Medical Group". L'arrangiamento di Berliner è un'ode a quello standard seminale che fu parte integrante della sua prima formazione jazzistica, eppure lo presenta in modo tale da raccontare la sua prospettiva artistica unica, attraverso la riarmonizzazione e lo spostamento ritmico e melodico. Berliner osserva che parte del suo approccio ruota attorno al fatto che le piace "vedere diversi modi per presentare una singola melodia o contestualizzare un ritmo", un fatto altrettanto evidente nelle sue composizioni originali. "Construction" lo illustra bene, ed è un brano originale il cui nome deriva dalle diverse costruzioni melodiche e armoniche della stessa linea di basso e del ritmo degli accordi che ricorrono in tutto il brano. Un'iterazione è più spaziosa, comprendendo una nota di pedale con strutture superiori mutevoli, mentre un'altra è melodicamente complessa, con armonie spigolose e una linea di basso dinamica.
La distintiva voce compositiva di Berliner è ulteriormente esemplificata nell'album con "Khan Younis", un brano il cui titolo è un riferimento all'omonima città palestinese. Un brano profondamente emotivo, "Khan Younis" è un grido di protesta inno che riflette la disperazione provata da Berliner mentre, insieme al resto del mondo, osserva il conflitto in corso in Palestina. In contrasto con questo brano c'è "The Worst Person in the World". Sebbene il titolo sembri pesante o dispettoso, il suo tono e il suo messaggio sono completamente opposti, poiché il brano non prende il nome da una persona, ma da un film norvegese con lo stesso titolo.
Uno degli elementi più salienti di Fantôme è la capacità dell'ensemble di realizzare in modo impeccabile la visione di Berliner. Incarnare la prospettiva di un compositore che non ha ancora messo in luce la propria abilità e personalità non è un'impresa da poco, e la band è all'altezza della situazione. Oltre alla salda guida di Sasha Berliner al vibrafono, Fantôme vede la partecipazione di Taylor Eigsti (pianoforte), Harish Raghavan (basso) e Jongkuk Kim (batteria) come band residente.
L'album vanta anche la partecipazione di David Adewumi (tromba), Rico Jones (sassofono) e Lex Korten (pianoforte). Fantôme rappresenta un nuovo trampolino di lancio per Berliner, ma che ha senso all'interno della sua opera. Culmine del suo precedente approccio compositivo, ma al contempo proiettato coraggiosamente verso una nuova avventura che proclama la musica in primo piano, lasciando da parte le giustificazioni di genere, Fantôme è destinata a lasciare un segno indelebile nel panorama musicale, incoraggiando altri a farsi avanti semplicemente per creare ciò che vale la pena ascoltare.

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