A 101 anni suonati, Marshall Allen continua a ridefinire i confini del possibile. "Live in Philadelphia", l'ultimo album del suo progetto Ghost Horizons, pubblicato il 23 maggio 2025 da Otherly Love e Ars Nova Workshop, non è solo un documento musicale straordinario, ma la testimonianza vivente di come l'arte vera trascenda ogni limite anagrafico.
Marshall Allen, NEA Jazz Master 2025 e leader della Sun Ra Arkestra dal 1995, ha celebrato il suo centesimo compleanno nel 2024 con una creatività che smentisce ogni stereotipo sull'età. Dopo aver pubblicato il suo primo album da solista "New Dawn" e aver ricevuto il prestigioso riconoscimento NEA, Allen presenta ora questo doppio LP live che cattura l'essenza del suo progetto più ambizioso.
Ghost Horizons, fondato nel 2022, rappresenta l'evoluzione naturale della visione cosmica di Sun Ra attraverso la sensibilità contemporanea di Allen. Il progetto vede il chitarrista dell'Arkestra DMHOTEP affiancato da un cast stellare di musicisti che spaziano dal jazz d'avanguardia all'indie rock, creando un ponte generazionale che sfida ogni categorizzazione.
L'album, registrato al Solar Myth di Philadelphia, presenta nove tracce che documentano diverse formazioni ad hoc. Tra i protagonisti troviamo giganti del jazz contemporaneo come William Parker, James Brandon Lewis, Eric Revis, Immanuel Wilkins e Chad Taylor, ma anche musicisti provenienti da altri mondi sonori come James McNew dei Yo La Tengo e Charlie Hall dei The War on Drugs.
Questa mescolanza di generazioni e stili non è casuale, ma riflette la filosofia di Allen di creare "orizzonti fantasma" dove passato e futuro si incontrano in un presente perpetuo. La presenza di McNew, bassista di una band che da sempre ha dimostrato la sua devozione a Sun Ra, testimonia come l'eredità arkestrale continui a influenzare musicisti di ogni genere.
"Live in Philadelphia" è molto più di una semplice registrazione dal vivo. È un documento che cattura l'energia irripetibile delle performance di Allen, la sua capacità di dirigere ensemble diversi mantenendo sempre quella distintiva impronta cosmica che ha caratterizzato la sua carriera. Le registrazioni, effettuate da Beau Gordon e masterizzate da Dave Gardner ai DSG Mastering di Los Angeles, restituiscono con fedeltà la potenza e la delicatezza delle esecuzioni.
L'album si apre con tracce che mostrano Allen nel pieno controllo del suo EVI (Electronic Valve Instrument), creando quei "suoni spaziali" che sono diventati il suo marchio di fabbrica. La sua capacità di passare dal sassofono al flauto, dall'oboe al piccolo, dimostra una versatilità che a 101 anni suonati lascia senza fiato.
Quello che rende "Live in Philadelphia" un album fondamentale non è solo la maestria tecnica dei musicisti coinvolti, ma la capacità di Allen di creare un linguaggio musicale che supera ogni barriera temporale e stilistica. Le nove tracce dell'album documentano un artista che, dopo oltre settant'anni di carriera, continua a esplorare territori sonori inesplorati.
La collaborazione con musicisti come Wilkins e Lewis, rappresentanti della nuova generazione del jazz d'avanguardia, dimostra come Allen non sia mai stato un guardiano del passato, ma sempre un pioniere del futuro. La sua musica non è nostalgia per l'era di Sun Ra, ma evoluzione continua di quella visione cosmica che ha caratterizzato la sua intera carriera.
Marshall Allen rappresenta un caso unico nella storia del jazz: un musicista che a 101 anni continua a essere all'avanguardia, a sfidare le convenzioni, a immaginare nuovi orizzonti sonori. "Live in Philadelphia" non è il testamento di un grande maestro, ma la testimonianza di un artista che ha fatto dell'innovazione la sua costante esistenziale.
L'album arriva in un momento particolare della carriera di Allen, che nel 2021 ha smesso di fare tournée ma non ha mai smesso di creare. Ghost Horizons rappresenta la sua risposta alle limitazioni fisiche dell'età: se non può più viaggiare per il mondo, porterà il mondo a sé, creando un ensemble che cambia di volta in volta ma mantiene sempre la sua inconfondibile direzione artistica.
"Live in Philadelphia" ci insegna che la creatività non ha età, che l'arte vera trascende ogni limite biologico, che la musica è davvero un linguaggio universale che unisce generazioni e stili apparentemente incompatibili. Marshall Allen, con la sua energia inesauribile e la sua curiosità sempre viva, ci ricorda che l'arte è prima di tutto un atto di coraggio, la capacità di immaginare sempre nuovi orizzonti, per quanto "fantasma" possano sembrare.
In un'epoca in cui la musica spesso si rifugia in formule consolidate, Allen continua a essere un faro di innovazione, un esempio di come l'esperienza possa essere al servizio della sperimentazione e non della conservazione. "Live in Philadelphia" è molto più di un album: è la prova vivente che la musica, quando è autentica, non conosce confini né di tempo né di spazio.
Con Ghost Horizons, Marshall Allen ci dimostra che a 101 anni si può ancora suonare il futuro, che l'arte vera è sempre proiettata verso orizzonti inesplorati, che la creatività è l'unica vera forma di eternità a disposizione dell'essere umano.

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