Pubblicato il 27 giugno 2025, "Reverberations" non è semplicemente una nuova raccolta di brani jazz: è una dichiarazione artistica matura, il risultato di un processo creativo che ha visto Sipiagin circondarsi di musicisti di lungo corso per esplorare territori sonori che spaziano dalle composizioni originali alle reinterpretazioni fresche di standard jazz.
L'album nasce da un'idea tanto semplice quanto efficace: Sipiagin ha organizzato un tour di sei concerti nel novembre precedente alla registrazione, riunendo un sestetto di amici e collaboratori di lunga data. Questa fase preparatoria dal vivo non è stata casuale, ma parte integrante del processo creativo dell'artista, che ha voluto testare sul palco la chimica musicale e l'interplay del gruppo prima di entrare in studio.
Come spiega lo stesso Sipiagin: "Cerco sempre di creare una storia. Per me, i brani sono totalmente connessi, anche quando non sembrano esserlo – uno standard può collegarsi a una composizione libera o a metri complessi e dispari. C'è una linea logica dall'inizio alla fine". Questa filosofia compositiva traspare chiaramente nell'album, dove ogni traccia sembra naturalmente fluire nella successiva, creando un'esperienza d'ascolto coesa e coinvolgente.
La formazione che accompagna Sipiagin in questa avventura musicale rappresenta una selezione accurata di alcuni dei migliori musicisti della scena jazz contemporanea. Will Vinson al sassofono alto porta la sua esperienza internazionale e la sua capacità di navigare tra linguaggi stilistici diversi. John Escreet al pianoforte, pianista di origine britannica ormai affermato sulla scena newyorkese, contribuisce con la sua visione armonica sofisticata e la sua tecnica raffinata.
La sezione ritmica vede Makar Novikov al contrabbasso e Donald Edwards alla batteria, entrambi musicisti capaci di fornire sia il sostegno ritmico necessario che la creatività improvvisativa che eleva la musica oltre la semplice accompagnamento. A completare il quadro, la vocalist Aubrey Johnson appare come ospite speciale, aggiungendo una dimensione vocale che arricchisce la tavolozza sonora dell'album.
Questa non è una formazione casuale: si tratta di musicisti che condividono con Sipiagin anni di collaborazione e un'intesa musicale profonda, elementi fondamentali per la riuscita di un progetto così ambizioso.
L'album si compone di otto tracce che alternano composizioni originali di Sipiagin a reinterpretazioni creative di classici del jazz.
Quello che emerge chiaramente dall'ascolto di "Reverberations" è la maturità artistica raggiunta da Sipiagin dopo anni di ricerca e sperimentazione. Il trombettista ha sviluppato un linguaggio personale che integra la tradizione hard bop con elementi più contemporanei, creando quello che la critica ha definito un approccio "post-bop" che non rinnega il passato ma lo proietta verso il futuro.
Le sue improvvisazioni, secondo le parole dello stesso musicista, hanno "più spazio, più aria, più pause", riflettendo una maturità espressiva che privilegia la sostanza sulla virtuosità fine a se stessa. Questa filosofia musicale si riflette in tutto l'album, dove ogni musicista ha lo spazio per esprimersi senza mai sovrastare gli altri.
Il titolo "Reverberations" non è casuale: suggerisce l'idea di un suono che si propaga, che crea echi e risonanze, proprio come fa la musica di questo album. Ogni brano sembra generare "riverberi" che si estendono oltre i confini del singolo pezzo, creando connessioni sottili ma evidenti tra le diverse tracce.
La critica internazionale ha accolto l'album con entusiasmo. UKVibe gli ha assegnato 4 stelle su 5, lodando i "momenti di vera magia" creati dal quintetto e definendo la musica "radicata e onesta". Altri recensori hanno sottolineato come l'album rappresenti una delle prove più accattivanti di Sipiagin come bandleader.
"Reverberations" conferma Sipiagin come uno dei trombettisti più interessanti della sua generazione, capace di coniugare tradizione e innovazione in un equilibrio sempre precario ma mai vacillante. La sua capacità di creare "storie" musicali attraverso l'album dimostra una visione artistica matura che va oltre il semplice showcase strumentale.
Questo quattordicesimo album di Sipiagin per Criss Cross Jazz rappresenta un punto di arrivo e, al tempo stesso, un nuovo punto di partenza. È un disco che merita ascolti ripetuti, capace di rivelare nuove sfumature a ogni passaggio. La qualità delle composizioni, l'interplay del sestetto e la produzione curata dall'etichetta olandese ne fanno un acquisto consigliabile sia per gli appassionati di lungo corso che per chi si avvicina per la prima volta al jazz contemporaneo.

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