Un’antica leggenda racconta che Astor Piazzolla abbia venduto l’anima al diavolo in cambio del successo. Dunque El Gato – come lo chiamavano – rivive attraverso una biografia apocrifa scritta da Cosimo Damiano Damato narrata in un dialogo visionario fra Astor Piazzolla e il diavolo.
Cosa c’è di vero? Forse è stato solo uno scherzo di Luis Borges. La storia di Astor Piazzolla si intreccia, grazie all’originale e visionaria drammaturgia dell’autore, con il vissuto e l’educazione sentimentale degli altri due grandi miti argentini Carlos Gardel e Luis Borges.
«Mi sono innamorato della vita e della musica di Astor Piazzolla grazie a Luis Bacalov con il quale ho condiviso il palco in Piano Soundtrack», racconta Damato. Ultimo tanto a Buenos Aires è il secondo capitolo della sua “Trilogia Argentina” iniziato – sempre per Aliberti – con Hasta siempre Maradona."
Scrive Federico Vacalebre nel testo che accompagna la storia: «Dopo la Negra e il D10s, Mercedes Sosa e Diego Armando Maradona, Cosimo Damiano Damato continua il suo viaggio nella mitologia argentina. Lo fa raccontando di el Gato che, come Robert Johnson, avrebbe venduto l’anima al diavolo per veder trionfare la sua musica.
Lo fa intrecciano la (fanta)storia di Astor Piazzolla con quella di Carlos Gardel e di Luis Borges, come a completare una trinità che contempli gli opposti, i suoni e le parole, il pensiero triste che si balla e quello che entra nelle sale da concerto e si libera del complesso del genere nato nei bordelli, dove i protettori si chiamavano tanos (da napolitanos) e le puttane franchuskas.
Sono belle le storie di musica, di Argentina, di vita vissuta e/o immaginaria di Cosimo Damiano Damato. Soprattutto questa che, come canta Guccini, ci ricorda che “bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà”.
Nel 1960 a Buenos Aires i tassisti lasciarono a terra Piazzolla, urlandogli: “Comunista” e “assassino del tango”2, quasi fossero sinonimi. Oggi anche per i tassisti Astor è il papà del nuovo tango».

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