Il Tritticotrio raccoglie questa eredità e la rielabora con la propria sensibilità, evitando la semplice riproposizione filologica.
L’approccio è quello della reinterpretazione creativa: i brani di Mingus diventano materia viva, plasmata attraverso arrangiamenti che rispettano lo spirito originale ma aprono nuove prospettive sonore. La formazione lavora con grande affiatamento, mantenendo intatto quel senso di energia collettiva che era il cuore pulsante delle storiche ensemble mingusiane.
Il trio principale è composto da Andrea Coppini (sax soprano e tenore), Arnolfo Borsacchi (sax alto) e Giacomo Downie (sax baritono), affiancati da Alberto Rosadini (batteria), che contribuisce a completare l’ampiezza sonora del progetto. La scelta di concentrarsi sugli strumenti a fiato offre un timbro ricco e versatile, capace di restituire sia la potenza orchestrale delle composizioni di Mingus, sia le sfumature più intime e liriche.
Il titolo stesso dell’album, Non scherziamo su Charles Mingus, sottolinea con ironia e serietà al tempo stesso la natura del progetto: il Tritticotrio affronta una musica complessa e ricca di sfumature senza timori reverenziali, ma con profondo rispetto. L’intento è far emergere l’attualità di Mingus, la sua forza dirompente e la capacità di raccontare la condizione umana attraverso il jazz.
In questo lavoro si ritrovano i tratti distintivi del trio: interplay serrato, attenzione all’improvvisazione, contrasti dinamici e una costante tensione espressiva. Il risultato è un disco che si muove tra omaggio e reinvenzione, tra fedeltà e libertà creativa, rendendo evidente come la musica di Mingus sia ancora oggi fonte inesauribile di ispirazione.
Non scherziamo su Charles Mingus non è solo un tributo, ma anche un’affermazione di identità del Tritticotrio, che dimostra di avere le carte in regola per misurarsi con uno dei repertori più complessi e affascinanti del jazz moderno.

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