Mark Turner Quartet al Bimhuis (2019)

L'atmosfera del Bimhuis di Amsterdam sembra amplificare l'essenza più pura del jazz contemporaneo.

Nel marzo 2019, questo tempio della musica improvvisata ha ospitato una performance che rappresenta un perfetto esempio di come il jazz moderno possa mantenere la sua forza espressiva pur evolvendosi verso territori sempre nuovi. 

Il video prodotto da BIMHUIS TV documenta un concerto del Mark Turner Quartet che merita di essere riscoperto e analizzato per la sua straordinaria qualità artistica.

Uno dei sassofonisti più ammirati della sua generazione, noto dal trio Fly e rinomato per la sua intimità espressiva al sassofono tenore, Mark Turner si presenta in questo concerto come un narratore musicale capace di trasformare ogni frase in un racconto carico di significato. Il suo approccio al sassofono tenore sfugge alle categorizzazioni facili: non è il virtuosismo fine a se stesso né la ricerca dell'effetto spettacolare, ma piuttosto una continua esplorazione delle possibilità espressive dello strumento.

Turner rappresenta quella generazione di musicisti che ha assimilato la lezione del bebop e del post-bop per creare un linguaggio personale e riconoscibile. La sua sonorità, calda ma mai eccessiva, elegante ma mai compiacente, si muove con naturalezza tra composizioni originali e rivisitazioni di standard, sempre con quella intimità espressiva al sassofono tenore che l'ha reso celebre.

La formazione che accompagna Turner in questo concerto del marzo 2019 è di altissimo livello: Jason Palmer alla tromba, Joe Martin al contrabbasso e Jonathan Pinson alla batteria. Non si tratta di un semplice trio di accompagnamento, ma di quattro voci distinte che si intrecciano in un dialogo costante e mai prevedibile.

Jason Palmer, trombettista di straordinaria sensibilità, dimostra in questa performance la capacità di completare il discorso di Turner senza mai sovrapporsi o competere. Il suo suono pulito e la sua concezione melodica si sposano perfettamente con l'estetica del leader, creando momenti di rara bellezza cameristica.

La sezione ritmica, formata da Joe Martin e Jonathan Pinson, fornisce una base solida ma dinamica, capace di sostenere tanto i momenti più introspettivi quanto quelli di maggiore intensità espressiva. Martin, in particolare, dimostra quella capacità di "cantare" con il contrabbasso che caratterizza i migliori bassisti jazz, mentre Pinson sa quando intervenire e quando lasciare spazio, elemento fondamentale in una musica che vive di equilibri sottili.

La scaletta include brani come "Year Of The Rabbitt", "Dialogue", "It's not Alright With Me", "All the Socks" e "Sonet", che rappresentano perfettamente l'estetica compositiva di Turner. Le sue composizioni non sono mai veicoli per l'improvvisazione fine a se stessa, ma piuttosto architetture sonore pensate per essere esplorate, decostruite e ricostruite attraverso l'interazione tra i musicisti.

Quello che colpisce nell'ascolto di questi brani è la capacità di Turner di creare melodie che rimangono impresse pur mantenendo una complessità armonica e ritmica notevole. Non è jazz "facile", ma nemmeno ermeticamente intellettuale: è musica che parla direttamente all'emotività dell'ascoltatore pur richiedendo attenzione e partecipazione attiva.

Il Bimhuis di Amsterdam non è semplicemente un locale dove si suona jazz: è un'istituzione culturale che da decenni rappresenta uno dei punti di riferimento per il jazz europeo e internazionale. La sua acustica particolare e l'atmosfera intima creano le condizioni ideali per performance di questo tipo, dove ogni dettaglio può essere colto e apprezzato.

Il fatto che il concerto sia stato registrato e reso disponibile attraverso BIMHUIS TV rappresenta un servizio prezioso per tutti gli appassionati di jazz che non hanno la possibilità di frequentare regolarmente i concerti dal vivo. La qualità della registrazione, sia audio che video, permette di cogliere sfumature e dettagli che spesso sfuggono durante l'ascolto dal vivo.

Il video del Mark Turner Quartet al Bimhuis del 2019 rappresenta uno di quei tesori nascosti che il web ci offre sempre più spesso. In un mondo saturato di contenuti musicali di ogni tipo, scoprire performance di questo livello è un'esperienza che ricorda perché il jazz continui a essere una delle forme d'arte più affascinanti e vitali del nostro tempo.

Nessun commento:

Posta un commento