È il caso di The Printmakers, il primo album a nome di Geri Allen, registrato nel febbraio del 1984 a Stoccarda con Anthony Cox al contrabbasso e Andrew Cyrille alla batteria.
Pubblicato dalla neonata etichetta tedesca Minor Music, il disco segnò subito la nascita di una voce originale e audace, capace di aprire nuove prospettive per il pianismo jazz.
Quarant’anni più tardi, nel 2025, quello stesso lavoro torna alla luce in una prestigiosa ristampa in vinile, un’operazione che non ha soltanto il valore di un omaggio ma diventa un atto di memoria e di rinnovata attualità.
L’etichetta Minor Music, che nacque proprio con la pubblicazione di questo album, celebra così la sua stessa storia e quella di un’artista che nel corso della carriera avrebbe saputo ridefinire il ruolo del pianoforte jazz nel dialogo con la tradizione e l’avanguardia.
Riascoltato oggi, The Printmakers conserva intatta la sua forza. Dall’apertura con “A Celebration of All Life”, dove percussioni e suoni astratti si trasformano progressivamente in una melodia vibrante, fino alle atmosfere di “Eric (For Eric Dolphy)”, omaggio a uno degli innovatori più radicali della storia del jazz, ogni brano rivela la capacità di Allen di mettere in discussione schemi consolidati e di costruire paesaggi sonori in cui lirismo e ricerca convivono.
C’è spazio anche per momenti più intimi e meditativi, come in “M’s Heart”, scritto in memoria della madre, e per architetture complesse come la lunga suite che dà il titolo all’album, dove la pianista intreccia melodie e ritmi con una freschezza che ancora oggi sorprende.
La ristampa del 2025 non si limita a restituire un suono analogico di alta qualità, ma si inserisce in un contesto celebrativo più ampio. In Germania e in Austria si sono tenuti concerti in onore di Geri Allen, eseguiti da giovani musicisti che riconoscono in lei una maestra e una fonte di ispirazione imprescindibile. È un modo per ribadire l’attualità di una voce che, pur scomparsa troppo presto, ha lasciato un’impronta decisiva nel jazz contemporaneo.
The Printmakers resta dunque non solo il punto di partenza di una carriera luminosa, ma anche un manifesto di indipendenza artistica. Con questa nuova edizione, il disco torna a circolare tra le mani degli appassionati e dei collezionisti, riaffermando la freschezza di un debutto che continua a parlare al presente.

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