Aruán Ortiz - Créole Renaissance

Quando Aruán Ortiz si siede al pianoforte, non lo suona convenzionalmente: lo interroga, lo decostruisce e lo reinventa. 

Questa affermazione racchiude l'essenza di "Créole Renaissance", il secondo album da solista del pianista nato a Santiago de Cuba e ora residente a Brooklyn, pubblicato il 29 agosto 2025 per Intakt Records.

Registrato negli Artesuono Recording Studios di Cavalicco in Italia nel dicembre 2024, l'album rappresenta molto più di una semplice performance pianistica: è un manifesto culturale e filosofico che ridefinisce cosa possa essere la musica diasporica nel ventunesimo secolo. 

Ortiz non si limita a espandere le possibilità del jazz; sta ridefinendo cosa possa essere la musica diasporica nel XXI secolo.

Il concetto di "Rinascimento Creolo" che dà il titolo all'album non è confinato ai Caraibi ma deve essere diasporico nella sua portata, come spiega lo studioso Brent Hayes Edwards nelle note di copertina. Edwards traccia una genealogia che parte da un numero del 1935 di una rivista parigina, una delle origini del movimento della Negritudine, esplorando il suo significato per Ortiz.

La musica di Ortiz porta l'impronta di giganti del pianoforte come Don Pullen e Cecil Taylor, offrendo anche fugaci riferimenti a figure come Duke Ellington e Compay Segundo. Tuttavia, questi non sono citazioni dirette: sono echi, rifratti attraverso l'obiettivo compositivo unico di Ortiz. Il risultato è un linguaggio che fonde jazz, classica d'avanguardia, tradizioni afro-cubane e improvvisazione sperimentale in una voce singolare che è intellettualmente rigorosa ed emotivamente provocatoria.

Nel suo precedente album solista "Cub(an)ism" del 2017, Ortiz aveva descritto il suo approccio come "Cubismo Cubano": un processo di costruzione di movimenti armonici non familiari e di loro stratificazione con idee ritmiche cubane. Come l'arte visuale cubista di Picasso e Braque, questa tecnica enfatizza frammentazione, simultaneità e prospettive multiple.

La visione di Ortiz è radicata in una concezione di Cuba non come identità fissa, ma come "ajiaco", uno stufato saporito di diverse fonti culturali e storiche. Questa idea permea l'album, che si muove oltre i generi verso una sorta di espressione musicale filosofica. La sua musica sfida i confini rimanendo profondamente connessa alle radici cubane e alla coscienza diasporica.

La scelta di pubblicare l'album con Intakt Records, l'etichetta svizzera specializzata in musica improvvisata d'avanguardia, riflette l'approccio senza compromessi di Ortiz alla creazione musicale. L'etichetta, fondata da Patrik Landolt, si è distinta per la sua capacità di documentare artisti che operano ai margini creativi del jazz contemporaneo, fornendo una piattaforma ideale per progetti come quello di Ortiz.

Questo non è un album che consola o si conforma. È esigente, provocatorio, fresco e visionario. Ortiz compone con una base filosofica, utilizzando frammentazione musicale, contrasto e opposizione per costruire nuove prospettive. I frammenti melodici si spostano, si scontrano e si riassemblano, rispecchiando le identità e le storie frammentate da cui attinge.

"Créole Renaissance" arriva in un momento cruciale per la musica improvvisata, quando le questioni di identità culturale, diaspora e decolonizzazione stanno ridefinendo il panorama artistico globale. L'album di Ortiz offre un modello di come un artista possa affrontare questi temi complessi senza cadere nella retorica o nella semplificazione.

La musica di Ortiz dimostra che è possibile essere radicalmente sperimentali mantenendo una connessione profonda con le tradizioni culturali specifiche. Il suo approccio al pianoforte, che incorpora tecniche estese e preparazioni, si colloca nella tradizione dell'avanguardia pianistica americana ma con una sensibilità distintamente caribica.

L'album rappresenta un punto di svolta nella carriera di Ortiz, che dopo anni di collaborazioni in ensemble e trio, trova nel formato solista lo spazio ideale per esprimere la complessità del suo pensiero musicale. La libertà di costruire architetture sonore complesse senza compromessi con altri musicisti gli permette di esplorare territori che sarebbero difficili da raggiungere in contesti più tradizionali.

"Créole Renaissance" si presenta come un'opera fondamentale per comprendere le direzioni future della musica improvvisata e del jazz contemporaneo. Ortiz ha creato un album che funziona simultaneamente come documento artistico personale e come dichiarazione politica e culturale più ampia.

L'album conferma Ortiz come una delle voci più importanti e innovative della sua generazione, capace di navigare tra tradizione e avanguardia con una sicurezza e una visione rare nel panorama contemporaneo. "Créole Renaissance" non è solo un titolo, ma un programma artistico che potrebbe influenzare profondamente il modo in cui pensiamo alla musica diasporica nel ventunesimo secolo.

In un'epoca di crescente consapevolezza delle questioni postcoloniali e di identità culturale, l'album di Ortiz offre un modello di come l'arte possa affrontare questi temi con sofisticazione intellettuale e potenza emotiva, creando un'opera che è al tempo stesso profondamente personale e universalmente rilevante.

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