Stefano Bellon - Vocativo (Live at Concertgebouw)

Stefano Bellon (Padova, 1956) è un compositore che ha saputo tracciare un percorso personale e originale all’interno della musica contemporanea italiana. 

La sua formazione è solida e ricca di incontri determinanti: si è formato alla scuola di Wolfango Dalla Vecchia, perfezionandosi poi con Franco Donatoni presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma e all’Accademia Chigiana di Siena. 

Ha inoltre frequentato i seminari di figure come Salvatore Sciarrino, Pierre Boulez e Karlheinz Stockhausen, mentre con Giacomo Manzoni ha approfondito lo studio dell’analisi musicale.

Bellon ha avuto un rapporto diretto anche con il mondo del jazz, che da giovane ha praticato come pianista e successivamente come arrangiatore. Dopo gli studi nei conservatori di Udine, Trieste e Rovigo, è diventato docente di composizione al Conservatorio “Pollini” di Padova, ruolo che ricopre da diversi anni.

La sua musica è stata eseguita in Europa, America e Asia da ensemble di grande prestigio come l’Arditti Quartet, l’Atlas Ensemble, il CMEK e il Lumen Contemporary Ensemble, oltre che da importanti solisti. Un ruolo significativo nel suo percorso creativo è rivestito dalla collaborazione con Alvise Vidolin, specialista nell’ambito della musica elettronica.

Dal punto di vista stilistico, Bellon ha mosso i primi passi avvicinandosi alle posizioni di Donatoni e Luciano Berio, al quale ha dedicato Paul McCartney Commentaries, presentato alla Biennale Musica di Venezia. Nel suo lavoro è rintracciabile anche la lezione di Bruno Maderna, in particolare nel dialogo costante tra scrittura tradizionale e suggestioni provenienti dal jazz, così come nell’elaborazione di un linguaggio post–seriale che attinge a materiali extraeuropei, con particolare attenzione alle culture asiatiche.

Il primo album interamente dedicato alle sue composizioni, Vocativo, raccoglie quattro lavori scritti nell’arco di circa un decennio, dal 1995 al 2006, a partire proprio dall’omaggio a Berio fino ad arrivare a Alfabeto Deserto. Si tratta di registrazioni dal vivo, tutte effettuate ad Amsterdam con un’eccellente qualità tecnica, due delle quali nella prestigiosa sala del Concertgebouw.

Tre brani sono affidati all’Atlas Ensemble, formazione unica che integra strumenti della tradizione asiatica, diretta da Ed Spanjaard, mentre uno è eseguito dal Nieuw Ensemble. Tra le interpretazioni spicca la straordinaria performance della musicista cinese Yan Jiemin in Snakes, Skin and Strings. Ma sorprende anche la partecipazione di Pino Mango, la cui voce calda e ricca di sfumature si rivela perfetta per il brano che dà il titolo all’album, su testi di Andrea Zanzotto. La sua presenza non solo arricchisce il progetto, ma rende ancora più forte il rimpianto per la perdita di un cantautore di tale originalità e sensibilità.

Vocativo riporta giustamente l’attenzione su Stefano Bellon, un autore innovativo e personale come pochi nella scena contemporanea italiana. La sua musica, capace di coniugare rigore formale e aperture verso altri linguaggi, si distingue per la capacità di dialogare con culture diverse e per la sensibilità nel trattare il suono come materia viva e sempre mutevole.

Vale la pena ricordare anche un altro progetto discografico, Note sui Sillbari (omaggio a Goffredo Parise), uscito nel 2022, che raccoglie tre composizioni di Bellon per big band jazz ed elettronica. In questo caso, i testi di Vitaliano Trevisan vengono interpretati dallo scrittore stesso, creando un intreccio originale tra parola e musica. 

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