La scomparsa di Bjørn Kjellemyr: Un gigante del jazz norvegese

Bjørn Kjellemyr ©
Vidar Ruud/NTB

Il 9 agosto 2025 si è spento all'età di 74 anni Bjørn Kjellemyr, uno dei contrabbassisti più influenti e rispettati della scena jazz norvegese e internazionale. 

La sua morte rappresenta una perdita incommensurabile per il mondo del jazz, specialmente per quella corrente nordica che ha saputo conquistare un pubblico globale attraverso l'etichetta ECM Records.

Nato a Bamble, nella regione del Telemark, nel 1950, Kjellemyr si è formato all'Accademia Norvegese di Musica di Oslo, istituzione presso la quale sarebbe tornato anni dopo come professore associato nel dipartimento di jazz e musica improvvisata. Questa doppia veste di musicista ed educatore testimonia il suo impegno costante nel tramandare la tradizione jazzistica alle nuove generazioni.

La sua carriera professionale ha preso il via tra il 1978 e il 1980, quando ha suonato con la Bergen Philharmonic Orchestra, il Søbstad/Arnesen Quartet e il Dag Arnesen Trio and Sextet. Già in questi primi anni si delineava quella versatilità che avrebbe caratterizzato tutto il suo percorso artistico, capace di muoversi con uguale maestria tra il jazz puro e le contaminazioni con la musica classica e contemporanea.

Una delle collaborazioni più significative e durature di Kjellemyr è stata quella con il chitarrista Terje Rypdal. È stato un collaboratore di lunga data del chitarrista Terje Rypdal, in particolare come parte di Terje Rypdal & The Chasers. Questa formazione ha prodotto alcuni degli album più memorabili dell'etichetta ECM, inclusi "Chaser" del 1985 e "Blue" del 1986.

Il trio Rypdal-Kjellemyr-Kleive (con Audun Kleive alla batteria) rappresentava un perfetto equilibrio sonoro: "Il suo suono è uno dei più originali e immediatamente riconoscibili del pianeta", come scrisse Guitar Player magazine riferendosi a Rypdal, ma questo suono caratteristico si fondava anche sulla solidità ritmica e l'inventiva melodica di Kjellemyr al contrabbasso.

Kjellemyr ha contribuito a molte registrazioni, soprattutto per l'etichetta ECM, diventando una figura di riferimento nel catalogo della prestigiosa casa discografica tedesca fondata da Manfred Eicher. La sua presenza è documentata in numerose sessioni di registrazione presso i Rainbow Studios di Oslo, spesso sotto la direzione tecnica di Jan Erik Kongshaug.

Tra le registrazioni più significative per ECM, spiccano le collaborazioni con il pianista e compositore Ketil Bjørnstad, inclusi album come "Water Stories" e "Sunrise" del 2012. Dal 1998 ha partecipato a concerti e registrazioni con il liutista Rolf Lislevand e i suoi ensemble di improvvisazione/barocco, con l'ultima registrazione ECM "Diminuito" nel 2008.

La reputazione di Kjellemyr ha oltrepassato i confini norvegesi, portandolo a collaborare con alcuni dei più grandi nomi del jazz internazionale. Ha collaborato con musicisti jazz di fama internazionale come Chet Baker, Joe Henderson, Pat Metheny, Art Farmer, Bob Berg e Mike Stern. Queste collaborazioni testimoniano non solo il suo talento tecnico, ma anche la sua capacità di adattarsi a stili e approcci musicali diversi, mantenendo sempre la propria identità artistica.

Parallelamente alle collaborazioni internazionali, Kjellemyr ha sempre mantenuto un forte legame con la scena musicale norvegese. Ha suonato con artisti norvegesi tra cui Karoline Krüger, Kari Bremnes, Anne Grete Preus e Jan Eggum. Questa varietà di collaborazioni dimostra come il suo talento non fosse confinato al solo jazz, ma si estendesse anche alla musica pop e folk norvegese, contribuendo a definire quel sound nordico che ha conquistato il mondo.

Il talento e l'impegno di Kjellemyr sono stati riconosciuti dalla Norwegian Jazz Musicians Association, che gli ha assegnato il titolo di "Jazz Musician of the Year" nel 1990 e il Buddy Award nel 1994. Questi premi rappresentano il riconoscimento ufficiale del suo contributo fondamentale allo sviluppo del jazz norvegese e alla sua diffusione internazionale.

L'ampia discografia lasciata da Kjellemyr, in particolare le registrazioni per ECM, continuerà a essere una fonte di ispirazione per gli appassionati di jazz di tutto il mondo. La sua musica, intrisa di quella particolare melanconia nordica che sa toccare le corde più profonde dell'animo umano, rimarrà come testimonianza di una vita dedicata interamente all'arte.

Con la sua scomparsa, il mondo del jazz perde non solo un musicista eccezionale, ma anche un educatore appassionato che ha formato numerosi giovani talenti presso l'Accademia di Oslo. Il suo lascito artistico e pedagogico continuerà a vivere attraverso i suoi allievi e attraverso quella musica senza tempo che ha saputo creare nel corso di una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. 

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