Pedras et Sonus Jazz Festival 2025

Dal 17 al 23 agosto riflettori accesi su Mogoro per l’edizione estiva del Pedras et Sonus Jazz Festival 2025, tra gli appuntamenti musicali di spicco in Sardegna con la direzione artistica della clarinettista Zoe Pia. 

Un’edizione che, come ha dichiarato la direttrice artistica, “sia assume la responsabilità sociale di essere dalla parte della musica contro il silenzio riguardo la questione palestinese”. 

Ogni concerto del festival, infatti, sarà introdotto dai rappresentanti di Amnesty International Sardegna, dell’Associazione Amicizia Sardegna Palestina e del movimento Voci per la Palestina, per accompagnare il pubblico in una riflessione profonda sul conflitto in corso nella Striscia di Gaza, e riaffermare il ruolo dell’arte come atto di consapevolezza e responsabilità.

A inaugurare il festival, sabato 17 agosto, sul sagrato della Chiesa della Madonna del Carmine a Magoro, la performance Filastin, ideata dalla direttrice artistica Zoe Pia insieme alla drammaturga Virginia Garau del Teatro Tragodia di Mogoro. Il reading, scritto da Maria Cristina Ariu, aprirà il festival con un forte messaggio dedicato alla Palestina e all’umanità: sul palco, la voce intensa dell’attrice guiderà il pubblico in un racconto frammentato e lirico, mentre le sonorità rituali di Zoe Pia – tra clarinetto, launeddas e campanacci – evocheranno le radici arcaiche della Sardegna per trasformarle in atto contemporaneo e universale. La serata proseguirà alle 22 con la performance del duo formato dalla cantante e performer svizzera Andrina Bollinger e dal batterista Arthur Hnatek. Per chi desidera approfondire l’esperienza, il 17 agosto sarà anche il primo giorno delle Prove Aperte, momenti esclusivi nei quali il pubblico potrà assistere a sessioni di soundcheck trasformate in performance partecipate.

Domenica 18 agosto, nella cornice senza tempo del sagrato della Chiesa della Madonna del Carmine, Andrea Sanna aprirà la seconda giornata con Ouroboros, una performance che trasforma il gesto musicale in esperienza ipnotica: attraverso un sistema sonoro generativo e imprevedibile, l’artista dialogherà in tempo reale con algoritmi, sintetizzatori e campionatori, restituendo una narrazione ciclica e astratta, dove l’uomo si fonde con la macchina in un equilibrio sempre sul punto di crollare. A seguire, alle 22, salirà sul palco la chitarrista Irene Loche con la sua band, per dare voce a un blues intimo e mediterraneo, intriso di radici, identità e suono contemporaneo. 

Ma la notte non finirà sul sagrato: alle 23, nel cuore pulsante del paese, prenderà il via il primo appuntamento con Jatzilleri, il format che trasforma i locali di Mogoro in jazz club alla sarda, ispirandosi agli antichi “zilleri”, le bettole di un tempo, dove si beveva, si suonava e si stava insieme. Il Tunnel diventerà così teatro di un concerto crudo e diretto, affidato all’armonicista Marco Farris e al duo Sessioninblues. 

Lunedì 19 agosto in programma una serata in cui musica, danza e narrazione si fonderanno in un racconto stratificato, visionario e profondamente radicato. In apertura la danza acrobatica di Carmen Perfetto, protagonista del progetto Sardinian Stones. Alle 22 il viaggio proseguirà con Atlantidei, la produzione originale ideata da Zoe Pia alla guida dell’ensemble EIC – Eden Inverted Collective. Il concerto rappresenta il secondo appuntamento di presentazione del progetto vincitore del Bando SIAE “Nuove Opere” a cura di Caligola Records, dopo l’anteprima al Torino Jazz Festival. Il quartetto, formato da Mattia Pia, Paolo Nocentini, Nicola Ciccarelli e Carlo Alberto Chittolina, giovani percussionisti under 35 provenienti da importanti realtà sinfoniche italiane come l’Arena di Verona e le principali orchestre lirico-sinfoniche del Paese, costruirà insieme alla direttrice artistica un affresco acustico che intreccia mitologia, geologia e spiritualità del sud-ovest della Sardegna. Per Jatzilleri, appuntamento al Baradeo Café alla Fiera dell’Artigianato, con i The Corners, guidati da Stefano Fanni, con una performance che unisce la profondità del blues alla vitalità del country.

Martedì 20 agosto si comincerà al tramonto, alle 19.30, nel sito archeologico del Nuraghe Cuccurada, spazio di contemplazione sonora per il sax solo di Elias Lapia. Si proseguirà alle 21.30, come di consueto sul sagrato della Chiesa della Madonna del Carmine, con Radici, il nuovo progetto di Ada Montellanico, accompagnata in trio da Simone Graziano al pianoforte e Filippo Vignato al trombone. A concludere la giornata, alle 23, sarà la nuova tappa di Jatzilleri: stavolta il palcoscenico sarà il Caffè Gitano, che ospiterà Giovanni Bruno Segreti, vincitore del Premio Amnesty International Italia 2025 nella sezione Emergenti con il brano Notre Dame.

La giornata del 21 agosto si aprirà alle 19.30 con un nuovo appuntamento del format Jatzilleri, che per l’occasione troverà spazio nella suggestiva cornice del Bar Cuccurada. Qui, il sassofonista Elias Lapia e il chitarrista Antonio Floris si incontreranno in una formazione inedita in quartetto, per una performance dal respiro contemporaneo e radicato, in cui i linguaggi del jazz e della sperimentazione troveranno un equilibrio dinamico, capace di trasformare lo spazio in suono e il suono in relazione. Alle 21.30 il festival tornerà sul sagrato della Chiesa della Madonna del Carmine con una doppia performance: in apertura, Il buio come improvvisazione elettronica, firmata da Mebitek, artista sardo del suono e dell’immagine, che firma un’esperienza immersiva e imprevedibile; a seguire, alle 22, salirà sul palco Cristiano Godano, voce storica dei Marlene Kuntz, con il suo nuovo lavoro discografico Stammi accanto, uscito lo scorso aprile.

Giovedì 22 agosto grande attesa per un’esperienza sonora e simbolica tra le più suggestive dell’intera edizione. A Domusnovas, per la prima volta nella storia del festival, la Grotta di San Giovanni ospita il nuovo progetto in solo di Paolo Damiani, tra i protagonisti assoluti del jazz europeo. Alle 21.30 prenderà forma Ostinato, performance in solo per contrabbasso ed elettronica che Paolo Damiani ha pensato come una riflessione poetica sulla ripetizione, sull’errore che si fa invenzione, sul suono che si rinnova e si trasforma. L’ostinato, inteso non solo come figura ritmica ma come idea di resistenza e costruzione, sarà il motore di un’improvvisazione visionaria, in cui pieni e vuoti, ordine e smarrimento, si alternano con precisione fluida. Il concerto è gratuito, aperto a chi vorrà condividere un momento irripetibile, dove musica e natura si fondono in un unico respiro.

La giornata conclusiva si aprirà alle 19 nella Chiesa di Sant’Elena a Gonnosnò, piccolo centro nel cuore della Marmilla, con una performance che intreccia suono, parola e memoria collettiva. Il protagonista sarà Matteo Carta, polistrumentista e compositore, con il suo progetto King Shepherd and the Lost Sheep, affiancato per l’occasione dalla voce narrante di Matteo Guidarini. La serata proseguirà a Cagliari, segnando un passaggio storico e simbolico per il festival, che per la prima volta approda nel capoluogo della Sardegna, con un appuntamento speciale del format Jatzilleri negli spazi del Ruja Osteria e Tradizioni, all’insegna del Latin Jazz, tra arrangiamenti originali, energia percussiva e omaggi ai grandi maestri dell’afro-cubano moderno.

Gli appuntamenti saranno arricchiti da attività collaterali rivolte al benessere e all’inclusione del pubblico: saranno infatti disponibili trattamenti shiatsu durante i concerti mogoresi (con contributo volontario) e spazi dedicati ai più piccoli con il laboratorio Baby Jazz, inclusi nel biglietto. 

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