Wayne Shorter - The Soothsayer (Classic Vinyl Edition)

Ci sono album che, per una serie di circostanze storiche, rischiano di rimanere nell’ombra, pur custodendo una bellezza e un’importanza straordinarie. The Soothsayer di Wayne Shorter è uno di questi. 

Registrato nel marzo del 1965, in un periodo di creatività travolgente per il sassofonista di Newark, il disco vide la luce solo nel 1979, quando ormai Shorter era già entrato stabilmente nella leggenda, grazie al lavoro con i Jazz Messengers, con il secondo quintetto di Miles Davis e, più avanti, con i Weather Report.

La formazione che lo accompagna è di quelle che fanno tremare i polsi: Freddie Hubbard alla tromba, James Spaulding al sax alto e flauto, McCoy Tyner al pianoforte, Ron Carter al contrabbasso e Tony Williams alla batteria. Un sestetto che mette insieme alcune delle personalità più forti e innovative del jazz moderno, in grado di dare vita a una musica densa, visionaria, ma sempre radicata nell’eleganza e nella cantabilità delle composizioni di Shorter.

Brani come Lost, Angola o la title track The Soothsayer testimoniano la particolare vena poetica di Shorter: melodie enigmatiche, intrecci ritmici complessi e un’atmosfera sospesa, quasi profetica, che ben giustifica il titolo dell’album. È musica che guarda avanti, capace di suggerire orizzonti nuovi senza mai perdere il contatto con la tradizione.

Oggi questo capolavoro “ritrovato” torna in una veste che ne esalta appieno la qualità: la AAA 180g Classic Vinyl Edition, realizzata con la massima fedeltà all’originale. 

La sigla “AAA” indica che tutto il processo, dalla registrazione al mastering fino al taglio del vinile, è stato condotto in analogico, garantendo un suono caldo, naturale e profondo, come solo i nastri dell’epoca possono restituire. La stampa su vinile da 180 grammi assicura inoltre stabilità e durata nel tempo, rendendo l’ascolto un’esperienza immersiva e fisicamente appagante.

Questa edizione non è soltanto un omaggio a un album ingiustamente rimasto a lungo nell’ombra: è l’occasione di riscoprire uno dei momenti più ispirati della carriera di Wayne Shorter, nel pieno del suo dialogo con i giganti del jazz. Un ritorno al futuro, impresso nei solchi del vinile con la stessa forza visionaria che nel 1965 animava le notti dei club newyorkesi.

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