Furio Di Castri - Sunday Afternoon

Nel panorama del jazz italiano contemporaneo, pochi musicisti riescono a incarnare con la stessa intensità di Furio Di Castri quella tensione creativa che spinge costantemente verso l'esplorazione di nuovi territori sonori. 

Il contrabbassista torinese, nato nel 1955 e ormai veterano della scena europea, presenta "Sunday Afternoon", un album che conferma ancora una volta la sua capacità di navigare tra tradizione e avanguardia con naturalezza e coerenza artistica.

L'album, composto da otto brani per una durata complessiva di 49 minuti, vede Di Castri circondato da alcuni dei nomi più interessanti del jazz italiano contemporaneo: Giovanni Falzone alla tromba, Achille Succi al sassofono alto e clarinetto basso, Fabio Giachino alle tastiere ed effetti, e Mattia Barbieri alla batteria. Una formazione che rappresenta perfettamente quella generazione di musicisti italiani cresciuti nel solco della tradizione americana ma capaci di sviluppare un linguaggio autonomo e riconoscibile.

Il titolo "Sunday Afternoon" evoca immediatamente una dimensione intima e riflessiva, quasi domestica, che contrasta in modo affascinante con la complessità strutturale e armonica che caratterizza gran parte del lavoro di Di Castri. È come se il musicista volesse creare un contrappunto tra la serenità apparente di un pomeriggio domenicale e la ricchezza di stratificazioni sonore che si dipanano all'interno dei brani, rivelando profondità inaspettate a ogni ascolto.

La scelta dei collaboratori non è casuale. Giovanni Falzone, trombettista di formazione classica ma con una solida esperienza nel jazz contemporaneo, porta al progetto quella precisione tecnica e quella ricerca timbrica che si sposano perfettamente con l'approccio compositivo di Di Castri. Achille Succi, sassofonista e clarinettista tra i più versatili della sua generazione, aggiunge quella dimensione sperimentale e quella capacità di movimento tra registri diversi che arricchisce la tavolozza sonora dell'ensemble.

Fabio Giachino alle tastiere rappresenta invece il ponte verso quella dimensione più contemporanea del suono, dove l'elettronica non viene utilizzata come semplice abbellimento ma diventa parte integrante del linguaggio compositivo. La sua presenza testimonia l'attenzione di Di Castri verso le evoluzioni tecnologiche della musica, sempre però filtrate attraverso una sensibilità jazz che rimane il filo conduttore di tutta la sua produzione.

"Sunday Afternoon" si colloca idealmente nel solco del progetto "Zapping", che Di Castri ha sviluppato negli ultimi anni e che rappresenta la sua personale sintesi tra l'eredità di Charles Mingus e l'irriverenza di Frank Zappa. Un approccio che rifiuta le divisioni di genere e rivendica il diritto dell'artista a "zappare" liberamente tra territori sonori diversi, alla ricerca di una personalità musicale che trascenda le etichette.

L'album si inserisce in un percorso discografico che ha visto Di Castri collaborare con alcuni dei nomi più importanti del jazz internazionale, da Paolo Fresu a Rita Marcotulli, sempre mantenendo quella curiosità intellettuale che lo spinge a non accontentarsi mai delle soluzioni già collaudate. "Sunday Afternoon" rappresenta in questo senso la maturazione di un percorso artistico che ha saputo mantenersi fedele a se stesso pur evolvendosi costantemente.

"Sunday Afternoon" si presenta quindi non solo come un nuovo capitolo nella discografia di Furio Di Castri, ma come un manifesto di quella concezione del jazz che rifiuta i purismi e abbraccia la contaminazione come fonte di ricchezza espressiva. Lavori come questo contribuiscono a definire un'identità musicale che, pur attingendo alle radici della tradizione americana, sa sviluppare una voce autonoma e riconoscibile nel panorama mondiale.

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