Si tratta di un vero e proprio tesoro musicale che arricchisce ulteriormente il già impressionante catalogo dell'etichetta storica.
L'album presenta una formazione straordinaria e di breve durata del quintetto del pianista con Woody Shaw alla tromba, Joe Henderson al sax tenore, Teddy Smith al basso e Roger Humphries alla batteria.
Questa line-up rappresenta quello che molti considerano uno dei gruppi hard bop più potenti di tutti i tempi, catturato in due serate memorabili al Penthouse jazz club di Seattle, Washington, il 12 e 19 agosto 1965.
La scaletta dell'album promette di essere un concentrato di classici silveriani, con interpretazioni libere e coinvolgenti di brani iconici come "Song For My Father," "The Cape Verdean Blues," "The Kicker," "Sayonara Blues," e "No Smokin'".
Ciò che rende ancora più preziosa questa pubblicazione è la qualità tecnica del materiale. Trasferite dai nastri originali registrati dal conduttore radiofonico e ingegnere della KING-FM Jim Wilke e masterizzate da Matthew Lutthans al Mastering Lab, le registrazioni di qualità broadcast presentano una delle più grandi band hard bop di tutti i tempi in una performance ad alta energia.
Il produttore Zev Feldman, responsabile di questa riscoperta, non nasconde la sua emozione: "È un enorme onore presentare questo album di Horace Silver, 'Silver in Seattle: Live at the Penthouse.' Di tutti gli artisti nel pantheon del jazz, Horace è assolutamente uno dei miei preferiti".
La figura di Horace Silver è indissolubilmente legata alla storia della Blue Note Records. Come sottolinea il critico jazz Bob Blumenthal nelle note di copertina: "In quella che potremmo chiamare l'era del 33 1/3 giri, Horace Silver era l'artista discografico per eccellenza della Blue Note. Dalla sua prima sessione come leader nel 1952 fino alla chiusura temporanea dell'etichetta nel 1979, ha rappresentato un modello di originalità, innovazione e coerenza".
Don Was, attuale presidente della Blue Note, conferma questa centralità: "Non è fuori luogo dire che Blue Note non esisterebbe oggi senza l'approccio innovativo di Horace Silver al suonare, scrivere e groove".
Particolarmente toccante è il ricordo del batterista Roger Humphries, l'unico sopravvissuto di quella formazione leggendaria: "È stata un'esperienza fantastica essere con Horace Silver... Ricordo quella band del '65. Woody Shaw. Quando Woody suonava, ci divertivamo molto insieme... E Joe Henderson, quando lo ascolti ora, mi fa pensare, 'Caro Dio, ho avuto la possibilità di suonare con questi ragazzi'".
L'album sarà disponibile sia in LP che in CD, entrambi accompagnati da un ricco booklet contenente rare fotografie di Francis Wolff, Burt Goldblatt, Jean-Pierre Leloir e altri maestri della fotografia jazz, oltre alle note di copertina del critico Bob Blumenthal e interviste con i protagonisti di quell'epoca.
Questa pubblicazione non rappresenta solo l'aggiunta di un nuovo titolo al catalogo, ma offre uno spaccato fondamentale dell'evoluzione musicale di Silver e del jazz hard bop degli anni '60. Come evidenzia Zev Feldman: "Queste registrazioni che presentiamo qui sono assolutamente stupefacenti; una fonte di ispirazione e meraviglia".
Per gli appassionati di jazz e per i collezionisti, "Silver In Seattle: Live At The Penthouse" rappresenta un'occasione unica per riscoprire uno dei maestri indiscussi del piano jazz in una veste inedita, catturato nel pieno della sua maturità artistica insieme a musicisti che sarebbero diventati leggende a loro volta.

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