Julian "Cannonball" Adderley, sassofonista alto dall'energia travolgente e dalla tecnica cristallina, si preparava a registrare il suo unico album per la prestigiosa etichetta Blue Note.
Al suo fianco, Miles Davis, già leggenda vivente della tromba jazz, accettò di partecipare a quella che sarebbe diventata una delle sessioni più memorabili degli anni Cinquanta.
"Somethin' Else" nacque in questo contesto di eccellenza artistica, il 9 marzo 1958, quando Adderley era già membro del sestetto di Miles Davis. Questa collaborazione non era casuale: i due musicisti avevano sviluppato un'intesa musicale che li portava a completarsi a vicenda, con Cannonball che apportava la sua vitalità melodica al suono più introspettivo e minimalista di Miles. L'album rappresenta un documento prezioso di questa sinergia, catturando un momento di perfetta sintesi tra due approcci diversi ma complementari al jazz.
L'importanza di "Somethin' Else" va oltre la semplice qualità musicale. Siamo nel 1958, un anno cruciale per l'evoluzione del jazz americano. Il bebop stava cedendo il passo al hard bop, mentre si delineavano già i contorni di quello che sarebbe diventato il jazz modale. In questo contesto di trasformazione, l'album di Adderley si colloca come un ponte tra tradizione e innovazione, mantenendo la struttura armonica classica del jazz ma esplorando nuove possibilità espressive.
La formazione che accompagna i due leader è di altissimo livello e rappresenta il meglio del jazz dell'epoca. Al pianoforte troviamo Hank Jones, che porta la sua eleganza classica e la sua capacità di sostenere tanto le melodie più semplici quanto le improvvisazioni più complesse. Sam Jones al contrabbasso fornisce quella solidità ritmica indispensabile, completando la sezione ritmica insieme ad Art Blakey alla batteria, che imprime il suo inconfondibile groove, quello stesso che avrebbe reso immortali i Jazz Messengers. Insieme, questi cinque musicisti creano un ensemble perfettamente bilanciato, dove ogni voce trova il suo spazio senza sovrastare le altre.
Ascoltando "Somethin' Else", quello che colpisce immediatamente è la naturalezza del dialogo musicale tra Davis e Adderley. Il disco si apre con "Autumn Leaves", uno standard che tutti conoscono, ma che qui viene reinterpretato con una freschezza e una spontaneità che lo fanno sembrare scritto appositamente per questa formazione. Miles attacca il tema con quella sua caratteristica capacità di dire tutto con poche note essenziali, creando spazio per Cannonball che risponde con fraseggi più elaborati ma mai ridondanti.
Il contrasto tra i due stili diventa complementarietà perfetta. Dove Davis si fa contemplativo, Adderley esplora; dove Miles lascia silenzi eloquenti, Cannonball riempie con melodie che sembrano sgorgare naturalmente dal suo sassofono. Non c'è competizione, ma piuttosto un continuo scambio di idee musicali che arricchisce ogni brano dell'album.
Le cinque tracce che compongono il disco, per un totale di 38 minuti di musica, rappresentano un viaggio attraverso diverse sfumature emotive del jazz. Ogni pezzo ha la sua identità specifica, ma tutti sono uniti da un filo conduttore che li rende parte di un progetto artistico coerente e maturo.
Una delle caratteristiche più notevoli di "Somethin' Else" è la sua capacità di essere simultaneamente sofisticato e accessibile. Questo album rappresenta quello che molti critici considerano il jazz "perfetto" per chi si avvicina per la prima volta a questo genere musicale, senza per questo risultare superficiale agli ascoltatori più esperti. La melodicità di Adderley e l'eleganza di Davis creano un linguaggio musicale che parla a tutti, indipendentemente dal livello di conoscenza jazzistica.
Murray Horwitz, rinomato commentatore jazz, definisce l'album "quasi perfetto", e questa valutazione riflette il consenso critico che ha accompagnato il disco fin dalla sua pubblicazione. La critica ha sempre riconosciuto in questo lavoro un esempio di come il jazz possa mantenere la sua complessità armonica e improvvisativa senza perdere l'immediatezza comunicativa.
"Somethin' Else" ha avuto un impatto duraturo sulla storia del jazz, non solo per la qualità intrinseca della musica, ma anche per il suo ruolo di anticipatore. L'intesa tra Davis e Adderley documentata in questo album sarebbe stata fondamentale l'anno successivo per la realizzazione di "Kind of Blue", universalmente riconosciuto come uno dei capolavori assoluti del jazz. In un certo senso, "Somethin' Else" può essere visto come una prova generale per quel disco storico, condividendo con esso l'approccio melodico e l'attenzione per le atmosfere piuttosto che per la semplice virtuosità tecnica.
L'album ha raggiunto la sesta posizione nella classifica Billboard Jazz Albums, testimoniando non solo il successo critico ma anche quello commerciale. Questo risultato era particolarmente significativo per un disco di jazz strumentale in un'epoca in cui il genere doveva competere con il rock and roll nascente per l'attenzione del pubblico.
Oltre al valore musicale, "Somethin' Else" rappresenta un documento storico di un momento irripetibile nella cultura americana. Il jazz degli anni Cinquanta era ancora la musica più innovativa e sofisticata prodotta negli Stati Uniti, e artisti come Davis e Adderley erano considerati veri e propri ambasciatori culturali. L'album cattura questa dimensione, presentando una musica che è americana nelle radici ma universale nell'appeal.
La registrazione stessa, effettuata negli studi di Rudy Van Gelder, porta la firma di uno dei più grandi ingegneri del suono della storia del jazz. Van Gelder sapeva come catturare il suono naturale degli strumenti, e la sua tecnica contribuisce significativamente alla qualità sonora dell'album, facendo sì che ogni nota risulti cristallina e presente.
A più di sessant'anni dalla sua pubblicazione, "Somethin' Else" continua a essere considerato uno degli album essenziali per comprendere il jazz americano. La sua influenza si estende ben oltre il periodo della sua creazione, ispirando generazioni di musicisti che hanno trovato in questo disco un modello di come si possa fare jazz di altissimo livello mantenendo sempre la comunicabilità e l'emozione al centro dell'esperienza musicale.
L'album rimane una testimonianza perfetta di come la collaborazione tra artisti di grande talento possa generare risultati superiori alla somma delle parti individuali. Davis e Adderley, supportati da una sezione ritmica impeccabile, hanno creato qualcosa che trascende le loro singole carriere per diventare patrimonio comune della cultura musicale mondiale.
Per chiunque voglia avvicinarsi al jazz o approfondire la propria conoscenza di questo genere, "Somethin' Else" rappresenta un punto di partenza ideale e, allo stesso tempo, una meta che molti altri album faticano a raggiungere. È un disco che parla il linguaggio universale della bellezza musicale, confermando che il jazz, nella sua forma più pura e ispirata, rimane una delle più alte espressioni artistiche dell'umanità.

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