Girato al Grand Palais di Parigi nel marzo del 1972, il concerto mostra Kirk al culmine della sua creatività, capace di trasformare il palcoscenico in un laboratorio sonoro senza confini.
Kirk, cieco fin dall’infanzia, aveva sviluppato uno stile inconfondibile, caratterizzato dalla capacità di suonare contemporaneamente più strumenti a fiato.
Con sax, clarinetti e flauti intrecciati tra loro, costruiva architetture musicali in cui energia, improvvisazione e lirismo convivevano in perfetto equilibrio. Vederlo in azione significa assistere a uno spettacolo che trascende la tecnica per diventare pura espressione artistica.
Sul palco, al suo fianco, un ensemble compatto e affiatato dà sostanza alle sue visioni musicali. Pianoforte, contrabbasso, batteria e percussioni dialogano con le linee imprevedibili dei fiati, creando un tessuto sonoro che oscilla tra il bebop, il soul-jazz e momenti di libertà improvvisativa. Il repertorio spazia dalle composizioni originali di Kirk a omaggi ai grandi maestri del jazz, rivisitati con il suo inconfondibile linguaggio.
Guardare questo concerto significa immergersi in un documento storico che restituisce la forza di un artista fuori dagli schemi. Kirk non si limitava a suonare: costruiva mondi sonori, provocava, divertiva e sorprendeva. La sua musica, allo stesso tempo radicata nella tradizione e proiettata verso l’avanguardia, continua a parlare con la stessa freschezza e urgenza di allora.
Live in France 1972 non è solo la registrazione di un concerto: è un viaggio nella fantasia e nell’energia inesauribile di un musicista che ha saputo trasformare il jazz in un’esperienza totale.

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