Sheila Jordan, nata a Detroit e trasferitasi a New York nei primi anni Cinquanta, si era immersa in una scena musicale in fermento: lì entrò in contatto con figure come Charlie Parker, Charles Mingus e Lennie Tristano, sviluppando un approccio alla voce che fondeva lirismo e avanguardia. Quando Alfred Lion la sentì cantare al Page Three Club di Greenwich Village, decise di registrarla nonostante la label fosse tradizionalmente concentrata sugli strumentisti.
Portrait of Sheila si compone di dodici brani tratti dal Great American Songbook e da standard jazz, rivisitati con uno stile personale e intimo. La voce di Jordan emerge limpida e audace su arrangiamenti essenziali, sostenuta dal trio formato da Barry Galbraith alla chitarra, Steve Swallow al basso e Denzil Best alla batteria. Tra i momenti più memorabili spicca “Dat Dere”, interpretato in una sorprendente versione voce-basso, che mette in risalto la capacità della cantante di giocare con le forme ridotte e con le sfumature del timbro.
Ora Blue Note ripropone questo capolavoro all’interno della serie Tone Poet Vinyl Series, restituendogli nuova vita con una qualità sonora e visiva di altissimo livello. Il mastering di Kevin Gray, realizzato a partire dai nastri analogici originali, garantisce un suono caldo e fedele, mentre il vinile da 180 grammi pressato da RTI assicura una resa impeccabile. L’edizione è arricchita da un elegante tip-on jacket che riproduce fedelmente la copertina originale, offrendo agli appassionati non solo un’esperienza d’ascolto superiore, ma anche un oggetto da collezione.
A oltre sessant’anni dalla sua pubblicazione, Portrait of Sheila rimane un album di riferimento per chi ama il jazz vocale. Con la sua voce unica e il suo modo di raccontare le canzoni, Sheila Jordan ha lasciato un segno indelebile, e questa nuova edizione ne rinnova il fascino, permettendo alle nuove generazioni di scoprire un lavoro che continua a parlare con freschezza e profondità.

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