Un dialogo musicale che trascende i confini del genere per esplorare territori sonori dove l'intimità si fonde con l'epicità, dove la vulnerabilità incontra l'autorità artistica.
La pianista e compositrice svizzera Sylvie Courvoisier, figura centrale della scena jazz contemporanea da oltre vent'anni e recentemente insignita del prestigioso Swiss Grand Prize for Music 2025, porta in questo progetto la sua capacità unica di bilanciare la raffinata musica da camera delle sue radici europee con i suoni groove-laden della scena downtown newyorkese, dove vive da oltre due decenni.
Dall'altra parte, il leggendario trombettista Wadada Leo Smith, definito dal New York Review of Books come uno dei "narratori più potenti della nazione, erede di cronachisti americani come Charles Ives e Ornette Coleman", apporta la sua visione cosmica e la sua capacità di celebrare la diversità musicale senza accettare etichette limitanti.
Angel Falls non è un album costruito solo su un concetto o sulla chimica tra i musicisti - sebbene entrambi gli elementi siano presenti - ma su qualcosa di più raro e profondo: un amore filosofico per l'arte stessa. Le otto tracce che compongono l'album creano una suite di paesaggi sonori che sono simultaneamente intimi ed epici, volatili ma controllati, un equilibrio mobile tra fragilità e sicurezza espressiva.
Già dai titoli emerge la poeticità di questo lavoro: da "Olo'Upnea and lightning" che evoca respiro e illuminazione improvvisa, a "Naomi Peak" che suggerisce vette da scalare, fino alla title track "Angel Falls" che dà il nome all'intero progetto.
Ciò che rende questo album davvero notevole non è l'esibizione di virtuosismo - pur essendo entrambi i musicisti dei maestri assoluti dei loro strumenti - ma piuttosto la moderazione artistica. Non ci sono arrangiamenti sofisticati o strutture complesse: solo due musicisti che si ascoltano profondamente e costruiscono insieme architetture sonore di rara bellezza.
La tromba di Smith dialoga con il pianoforte di Courvoisier in un linguaggio fatto di spazi, silenzi eloquenti e improvvise esplosioni di lirismo. Ogni nota sembra pesata, ogni pausa calcolata, ogni gesto musicale carico di significato.
Angel Falls arriva dopo il recente e acclamato album solista di Courvoisier To Be Other-Wise e il lavoro del suo sestetto Chimaera, confermando la straordinaria fase creativa della pianista svizzera. Questo duo con Smith rappresenta un ulteriore tassello nella sua capacità di creare connessioni artistiche profonde e durature.
Angel Falls è un album che richiede ascolto attento e ripetuto. È musica che non si svela immediatamente, ma che premia l'ascoltatore paziente con rivelazioni continue. In un'epoca dove l'improvvisazione rischia spesso di diventare esibizione fine a se stessa, Courvoisier e Smith ci ricordano che la vera arte nasce dal dialogo, dall'ascolto reciproco, dalla capacità di creare bellezza attraverso la moderazione piuttosto che l'ecesso.
Un album essenziale per chi ama il jazz contemporaneo nella sua forma più pura e poetica, dove ogni suono è un piccolo miracolo di comunicazione artistica.

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