Charles Lloyd Quartet, RTBF studio, Belgium 1966 (video)

Il 2 maggio 1966, negli studi della RTBF (Radio-Télévision Belge Francophone) in Belgio, si registrò un concerto che sarebbe rimasto nella storia del jazz moderno. 

Il Charles Lloyd Quartet, nella sua formazione più celebrata e influente, si esibì per il programma "Jazz pour tous", creando un documento audiovisivo di straordinario valore artistico e storico. Quello che fu registrato quel giorno non era semplicemente un concerto, ma la testimonianza di un momento magico in cui quattro giovani musicisti stavano ridefinendo i confetti del jazz contemporaneo.

Charles Lloyd, sassofonista tenore e flautista nato a Memphis nel 1938, aveva formato questo quartetto l'anno precedente, nel 1965, dopo aver militato nell'orchestra di Chico Hamilton e aver collaborato con Cannonball Adderley. Ma la vera rivoluzione arrivò quando riuscì a mettere insieme una sezione ritmica che sarebbe diventata leggendaria: Keith Jarrett al pianoforte, Cecil McBee al contrabbasso e Jack DeJohnette alla batteria. Questi erano tutti musicisti giovanissimi al tempo, ma destinati a diventare figure centrali nella storia del jazz moderno.

Il quartetto che si esibì negli studi RTBF rappresentava molto più della somma delle sue parti individuali. Charles Lloyd, con il suo sassofono tenore dal timbro caldo e penetrante e la sua maestria al flauto, guidava un ensemble di musicisti straordinariamente creativi. Keith Jarrett, allora ventunenne, stava già dimostrando quella genialità pianistica che lo avrebbe portato a diventare uno degli interpreti più importanti della musica contemporanea. Il suo approccio al pianoforte, che combinava tecnica classica, sensibilità jazz e una capacità improvvisativa fuori dal comune, forniva al quartetto una base armonica ricca e sofisticata.

Cecil McBee al contrabbasso portava una concezione moderna dello strumento, capace di essere tanto melodico quanto ritmico, mentre Jack DeJohnette alla batteria introduceva un approccio percussivo che avrebbe influenzato generazioni di batteristi jazz. DeJohnette non si limitava a tenere il tempo, ma diventava un vero e proprio conversatore musicale, interagendo costantemente con gli altri membri del gruppo e contribuendo alla creazione di texture sonore innovative.

La chimica tra questi quattro musicisti era palpabile, e il concerto RTBF cattura perfettamente questo momento di grazia creativa. Non era solo questione di tecnica virtuosistica, ma di una comprensione musicale profonda che permetteva loro di esplorare territori inesplorati mantenendo sempre una forte connessione emotiva con il pubblico.

Il programma "Jazz pour tous" della RTBF era perfetto per catturare questa dimensione universale della loro musica. La televisione belga aveva una lunga tradizione di documentazione musicale di alta qualità, e questo concerto ne è un esempio perfetto. La registrazione negli studi RTBF offriva un'intimità che i concerti dal vivo spesso non riuscivano a catturare, permettendo agli spettatori di osservare da vicino l'interazione tra i musicisti.

Le composizioni originali di Lloyd, che costituiscono gran parte del repertorio eseguito in questo concerto, mostrano una sensibilità melodica che affonda le radici nel blues e nel gospel della sua Memphis natale, ma si estende verso territori più astratti e meditativi. Brani come quelli presentati in questa sessione dimostrano come Lloyd fosse riuscito a creare un linguaggio musicale personale che parlava tanto alla testa quanto al cuore.

Keith Jarrett, in particolare, brilla in questo contesto. La sua capacità di alternare momenti di lirismo cristallino a esplosioni di energia creativa è già completamente formata, e la sua interazione con la sezione ritmica crea momenti di tensione e rilascio che mantengono l'ascoltatore costantemente coinvolto. McBee e DeJohnette, dal canto loro, dimostrano una maturità musicale notevole per la loro giovane età, creando un tappeto ritmico che è tanto solido quanto flessibile.

Il periodo 1965-1969, durante il quale Lloyd mantenne questa formazione del quartetto, fu caratterizzato da un successo sia critico che commerciale straordinario per il jazz di quel tempo. L'album "Forest Flower", registrato dal vivo al Monterey Jazz Festival nel 1966, divenne uno dei dischi jazz più venduti della storia, raggiungendo addirittura le classifiche pop e diventando popolare nelle radio FM rock.

Questo successo non fu casuale, ma rifletteva la capacità unica del quartetto di creare musica che era contemporaneamente sofisticata e accessibile, spirituale e terrena, tradizionale e innovativa. La registrazione RTBF cattura perfettamente queste qualità, mostrando il gruppo in una fase di perfetta maturità artistica.

Il concerto rappresenta anche un documento importante per comprendere l'evoluzione dei singoli musicisti. Jarrett sarebbe presto diventato una figura centrale del jazz contemporaneo, tanto come solista quanto come membro dei gruppi di Miles Davis. DeJohnette avrebbe seguito un percorso simile, diventando uno dei batteristi più richiesti e influenti del jazz moderno. McBee avrebbe continuato a essere una presenza fondamentale nella scena jazz americana, collaborando con i più grandi nomi del genere.

La registrazione del Charles Lloyd Quartet per "Jazz pour tous" negli studi RTBF il 2 maggio 1966 rappresenta oggi un patrimonio culturale inestimabile. Non si tratta solo di un documento musicale, ma di una finestra su un momento specifico della storia culturale occidentale, quando il jazz stava esplorando nuove possibilità espressive e raggiunging nuove audience.

La qualità della registrazione, tipica degli standard elevati della televisione belga dell'epoca, permette di apprezzare tutti i dettagli sonori e visivi di questa performance straordinaria. Ogni sfumatura timbrica, ogni gestualità dei musicisti, ogni momento di comunicazione silenziosa tra i membri del quartetto viene preservato per le generazioni future.

Questo concerto rimane una testimonianza perfetta di come il jazz, nella sua forma più pura e ispirata, possa trascendere le barriere culturali e generazionali per toccare qualcosa di universalmente umano. Il Charles Lloyd Quartet di questo periodo rappresentava tutto ciò che il jazz poteva essere: tecnicamente eccellente, emotivamente coinvolgente, spiritualmente elevante e culturalmente significativo.

Per chiunque voglia comprendere l'evoluzione del jazz moderno e l'importanza della creatività collettiva nella musica improvvisata, questa registrazione RTBF rimane un documento essenziale, capace di comunicare attraverso il tempo la magia di un momento irripetibile nella storia della musica.

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