Un progetto ideato, promosso e organizzato da Visioninmusica, con il contributo e la collaborazione del Comune di Spoleto, che conferma la vitalità e la visione di una rassegna capace di coniugare prestigio internazionale, programmazione originale e apertura al nuovo.
Dopo i successi delle precedenti edizioni, la rassegna si prepara a offrire al pubblico un viaggio sonoro ricco e trasversale, con quattro concerti che spaziano dalle atmosfere sofisticate dello swing alla potenza espressiva delle influenze latino-americane, passando per la sperimentazione vocale e la fusion d’autore.
«Spoleto è storicamente sinonimo di teatro, musica classica e danza – afferma Silvia Alunni, direttrice artistica del festival – ma con Spoleto Jazz abbiamo scommesso su una nuova identità musicale, che in cinque anni ha saputo costruire un pubblico attento, trasversale e curioso. Il jazz qui non è solo suono: è ricerca, visione, narrazione. E quest’anno più che mai, con il titolo Jazz not war!, vogliamo affermare un principio profondo: la musica come linguaggio di pace, come spazio di dialogo e comprensione reciproca. Il jazz è nato per abbattere le barriere, non per erigerle; è una forma di espressione che unisce, che trasforma le differenze in armonia. Questo è il messaggio che portiamo sul palco, ed è la direzione che ci guida in ogni scelta artistica. Grazie alla fiducia delle istituzioni e all’appoggio del Comune, abbiamo potuto portare sul palco progetti originali, mai scontati, capaci di dialogare con il presente. E il pubblico ha risposto con entusiasmo fin dall’inizio, confermandoci numeri importanti e un’attenzione crescente da parte della stampa e degli operatori culturali».
A inaugurare la rassegna, venerdì 10 ottobre, sarà Lari Basilio, chitarrista brasiliana apprezzata a livello globale per la sua sensibilità e la sua tecnica fuori dal comune. Il suo progetto Redemption rappresenta una sintesi perfetta tra virtuosismo e narrazione emotiva, in un equilibrio sospeso tra jazz moderno, rock strumentale e suggestioni acustiche.
Venerdì 17 ottobre, sarà la volta di Michael Mayo, astro nascente del vocal jazz americano. Con FLY, l’artista ridefinisce il concetto di canto jazzistico fondendolo con elettronica, soul e sperimentazione timbrica. Dotato di una voce caleidoscopica e di un senso della performance magnetico, Mayo trasporta lo spettatore in un universo sonoro personale e profondamente innovativo.
Venerdì 7 novembre, il festival si sposterà al Teatro Nuovo per accogliere Anthony Strong e la Colours Jazz Orchestra, in un tributo elegante e coinvolgente al repertorio dei grandi crooner, da Cole Porter a Frank Sinatra. La big band marchigiana, celebre per la raffinatezza dei suoi arrangiamenti curati e diretti da Massimo Morganti, dialogherà con la voce calda e teatrale di Strong per dar vita a una serata che celebra l’eredità dorata dello swing con uno stile fresco e autentico.
A chiudere la rassegna, sabato 22 novembre, sarà l’esplosivo trio di Alfredo Rodriguez, pianista cubano tra i più acclamati della scena jazz internazionale. Coral Way è il nome del suo ultimo progetto, un tributo alle radici afro-cubane del jazz, arricchito da improvvisazione, groove e passione latina. Un concerto che promette energia pura e grande profondità artistica, in perfetta sintesi tra tradizione e modernità.
Un’unica anima per quattro concerti che sono un’autentica esperienza musicale immersiva, capace di unire artisti internazionali, nuove tendenze e rispetto per la grande tradizione. Un’occasione per (ri)scoprire la città sotto una luce diversa, dove l’arte del jazz incontra la bellezza dei luoghi, in un abbraccio perfetto tra storia e contemporaneità.

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