Patricia Brennan - Of The Near And Far

C’è qualcosa di irresistibile nell’osservare il cielo notturno: il suo infinito, le stelle che brillano come punti luminosi sparsi nel buio, la sensazione di un ordine nascosto nel caos.

È proprio questo senso di equilibrio e simmetria nelle costellazioni che ha catturato l’immaginazione di Patricia Brennan, vibrafonista e compositrice, spingendola a chiedersi se le forme celesti potessero essere tradotte in musica.

Nel suo nuovo album, Of The Near and Far (in uscita il prossimo 24 ottobre 2025 per Pyroclastic Records), Brennan trasforma questa fascinazione in un progetto che fonde jazz, musica classica, elettronica e improvvisazione contemporanea. 

L’album rappresenta un ponte tra scienza, arte e spiritualità, dove ogni composizione nasce dai dati raccolti osservando le costellazioni e dalle loro simmetrie naturali.

Nell’estate del 2024, Brennan ha sviluppato un processo innovativo per raccogliere dati musicali dalle stelle. Sovrapponendo le forme delle costellazioni al circolo delle quinte, ha esplorato se la simmetria celeste potesse generare armonie e melodie coerenti. Con sorpresa, molte delle note raccolte risultarono armonicamente consonanti, fornendo il materiale di base per le composizioni dell’album.

Le costellazioni protagoniste del disco sono: Antlia (La Pompa ad Aria), Aquarius (Il Portatore d’Acqua), Andromeda (La Donna Incatenata), Lyra (La Lira) e Aquila (L’Aquila). A queste si aggiunge Citlalli, una composizione elettroacustica nata dall’improvvisazione su spartiti grafici creati dall’artista, e When You Stare Into the Abyss, ispirata all’essenza dell’osservazione cosmica e al mistero dell’universo.

Per realizzare questa visione, Brennan ha riunito un ensemble di dieci musicisti, tra cui il violinista Josh Modney, il chitarrista Miles Okazaki, il batterista John Hollenbeck, oltre a un quintetto jazz (piano, basso, batteria, chitarra, percussioni a tastiera), un quartetto d’archi e un musicista elettronico. Gli elementi elettronici assumono ruoli differenti a seconda del brano: a volte come dettagli sottili, altre come protagonisti assoluti, come nella traccia Citlalli, dove le improvvisazioni dal vivo vengono manipolate elettronicamente per creare una nuova narrazione sonora.

L’album riflette anche il percorso formativo di Brennan: una solida base orchestrale, esperienza in ensemble di percussioni e musica da camera, contaminata dall’influenza della musica rock e pop degli anni ’90, da Radiohead a Soundgarden. Il risultato è un suono stratificato e ricco, che naviga tra contrappunti densi, atmosfere sospese e improvvisazioni libere.

Of The Near and Far non è solo un disco, ma un invito all’immaginazione. Le composizioni stimolano l’ascoltatore a guardare verso l’alto, verso le stelle, e dentro di sé. Ogni strumento assume un ruolo essenziale: gli archi possono alternarsi tra funzione melodica e tessitura sonora, mentre le improvvisazioni e i dati celesti guidano l’intera narrazione musicale.

Attraverso armonie ispirate alle costellazioni, improvvisazioni elettriche e tradizioni orchestrali, Patricia Brennan offre un’esperienza unica: un viaggio tra cielo e terra, tra numeri e note, tra passato e presente della musica. Un invito a perdersi nell’infinito e a ritrovare bellezza e speranza anche nel buio dell’universo.

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