Antonio Onorato – Neapolitan Avantgarde

Con Neapolitan Avantgarde, Antonio Onorato firma uno dei suoi progetti più personali e significativi, un’opera che affonda le radici nella cultura musicale partenopea per proiettarla in un linguaggio jazzistico contemporaneo e profondamente originale. 

Il chitarrista napoletano, da anni figura di spicco del jazz italiano, ha sempre mostrato una vocazione per la contaminazione stilistica, e questo album ne è la sintesi più eloquente.

L’idea alla base di Neapolitan Avantgarde è chiara sin dal titolo: rinnovare la tradizione musicale napoletana senza rinnegarla, attraversandola con spirito innovativo, talvolta audace, sempre rispettoso. 

Onorato riesce in un’impresa tutt’altro che semplice: unire le melodie e le armonie della musica napoletana – classica e popolare – con sonorità jazzistiche, trame modali e incursioni world, in un continuo gioco di equilibri tra emozione e ricerca.

Il suono della sua chitarra – lirico, fluido, ma anche capace di accenti ruvidi e intensi – guida l’ascoltatore in un viaggio sonoro che parte dal Vesuvio e si apre verso il mondo. Nei brani si avvertono influenze mediorientali, africane, sudamericane, ma anche richiami al jazz spirituale degli anni ’70, all’etno-jazz e alla fusion. Tuttavia, la voce dominante resta quella della napoletanità, vista non come folklore ma come linfa vitale, terreno fertile da reinventare.

In Neapolitan Avantgarde trovano spazio anche strumenti tradizionali e ritmi ancestrali, accanto a elettronica discreta e arrangiamenti sofisticati. La struttura dei brani spesso si allontana dalla forma canzone per abbracciare quella del racconto sonoro, dove l’improvvisazione ha un ruolo centrale ma sempre al servizio della narrazione emotiva.

Antonio Onorato, che negli anni ha collaborato con artisti del calibro di Pino Daniele, Toninho Horta, Omar Sosa e tanti altri, conferma con questo disco la sua natura di artista “di frontiera”, capace di mettere in dialogo mondi diversi, senza perdere mai la propria identità. Neapolitan Avantgarde non è soltanto un album jazz, né soltanto un omaggio alla tradizione: è un manifesto estetico e culturale, che invita ad ascoltare Napoli con orecchie nuove, attraverso le corde di una chitarra che parla molte lingue ma sogna in dialetto.
Un lavoro che emoziona e fa riflettere, che si muove tra malinconia e luce, e che regala una prospettiva nuova su cosa possa significare oggi fare jazz in Italia, partendo dal cuore del Mediterraneo.


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