Il titolo del concerto, One Night Only, è più di una semplice etichetta: evoca un evento irripetibile, e infatti la serata ha riunito alcuni dei musicisti più significativi del panorama jazz contemporaneo per una celebrazione che guarda al passato senza nostalgia, ma con orgoglio e consapevolezza.
La magia di Jazz 625 era racchiusa nella sua capacità di unire eleganza visiva e attenzione per il suono, in un’epoca in cui il jazz in Europa stava trovando una voce propria. In questo revival del 2019, condotto da Clare Teal, cantante e divulgatrice appassionata, si respira proprio quella combinazione di rispetto per la tradizione e slancio verso il futuro.
Sul palco, infatti, si alternano veterani e astri nascenti del jazz: Joshua Redman, ospite d’onore americano, si affianca a Soweto Kinch, Nikki Yeoh, Jacqui Dankworth, Guy Barker, Gregory Porter, Zara McFarlane e altri ancora. L’ensemble della BBC Concert Orchestra, arrangiata in modo superbo, regala profondità sinfonica senza mai soffocare l’improvvisazione.
La scelta del repertorio è significativa: si passa da brani iconici come Take the A Train o Moanin’, a composizioni originali e moderne, costruendo un dialogo serrato tra presente e passato. L’interazione tra i musicisti è palpabile, e si percepisce un senso di comunità, di eredità condivisa.
Non è un caso che molti dei protagonisti della serata abbiano dichiarato di essere cresciuti guardando le registrazioni di Jazz 625: per loro, suonare in questo contesto non è solo un concerto, è una forma di ringraziamento.
“For Jazz 625: One Night Only” si inserisce anche in un contesto più ampio di riscoperta della relazione tra jazz e televisione. In un’epoca dominata dallo streaming, il formato televisivo può sembrare anacronistico. Ma è proprio la qualità cinematografica della regia, il bianco e nero scelto con cura, le inquadrature che restituiscono intimità e tensione espressiva, a rendere questo concerto un’esperienza coinvolgente.
È una dimostrazione di come il jazz possa ancora emozionare il grande pubblico, purché gli venga dato il giusto spazio, la giusta cornice, la giusta cura.
In definitiva, For Jazz 625: One Night Only è più di una celebrazione: è una dichiarazione d’intenti. Dimostra che il jazz, in Gran Bretagna come altrove, continua a vivere, a rinnovarsi, a parlare linguaggi nuovi senza dimenticare le proprie radici. E soprattutto che, anche oggi, un grande concerto può accadere "per una notte soltanto" e restare inciso nella memoria collettiva come un classico senza tempo.

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