Ci sono momenti nella carriera di un musicista che restano sospesi, invisibili al grande pubblico, eppure capaci di raccontare più di mille interviste o biografie. L’estate del 1965 è uno di quei momenti per Chet Baker. In poco più di una settimana, negli studi Prestige di New York, Baker registra cinque album con un quintetto di fuoriclasse: nascono così Boppin’, Smokin’, Groovin’, Comin’ On e Cool Burnin’. Cinquantanove anni dopo, queste sessioni tornano alla luce nel cofanetto "Five From ’65: The Quintet Summer Sessions", un’edizione curatissima in vinile che celebra un periodo cruciale e spesso trascurato della sua carriera.
Non è il Chet etereo e romantico degli anni ’50, né quello cupo e drammatico delle incisioni europee degli anni ’70. Qui troviamo un Baker energico, immerso in una nuova direzione musicale, circondato da musicisti che lo spingono verso territori più ruvidi, più bop, più “East Coast”. In particolare, il sassofonista George Coleman – già partner di Miles Davis – dona al suono del gruppo un tono deciso, muscolare, in contrasto con la delicatezza malinconica del flicorno di Chet. Completano la formazione Kirk Lightsey al pianoforte, Herman Wright al contrabbasso e Roy Brooks alla batteria: un gruppo coeso, affiatato, che suona con una naturalezza sorprendente.
Le registrazioni, mai veramente celebrate all’epoca, hanno avuto una storia editoriale dispersa: pubblicate da Prestige con titoli diversi, poi dimenticate o rimesse in circolo in versioni frammentarie. Questo cofanetto non è solo una raccolta: è una riorganizzazione storica e sonora. Grazie alla rimasterizzazione AAA curata da Kevin Gray, i nastri originali tornano a suonare vivi e dettagliati. Il vinile da 180 grammi, le copertine riprodotte fedelmente, il libro con fotografie e contributi critici – tra cui un saggio firmato da James Gavin – ne fanno un oggetto da collezione, ma anche un’opportunità per riascoltare con orecchie nuove una pagina importante del jazz degli anni ’60.
In un’epoca in cui molti musicisti jazz cercavano una nuova identità – sospesi tra la tradizione hard bop e le spinte avanguardistiche – Baker si ritrova a esplorare una via personale, tra intensità e lirismo. I cinque album di questa raccolta raccontano quella tensione: brani originali, standard rivisitati, interplay serrato, una voglia di suonare che travalica le etichette.
"Five From '65" non è solo un cofanetto per collezionisti. È un documento vivo, il ritratto di un artista che, nonostante fragilità e ombre, non ha mai smesso di cercare una propria voce, anche quando il mondo sembrava non ascoltarla più. E quell’estate del ’65, oggi, suona come un momento di verità.

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