"So che oggigiorno lo streaming ti offre una canzone alla volta", dice, "ma spero che la ascoltino dall'inizio alla fine, regalando loro un'esperienza completamente nuova".
La suite è un vero e proprio tour de force e merita sicuramente un'attenzione incondizionata. Si apre con la melodia incalzante di "Takin' Off", condivisa agilmente in prima linea tra Hiromi e O'Farrill, e attraversa i furbi groove fusion anni '70 di "Strollin'", che ricorda Herbie Hancock, George Duke e Grover Washington Jr. Segue "Orion", con finali audaci e trionfali che potrebbero accompagnare una grande opera di fantascienza.
Hiromi l'ha scritta come una sorta di "canzone di risposta" a "Polaris", inclusa in Sonicwonderland. Entrambe le composizioni riflettono il fatto che "le stelle sono una guida", dice. "Sai dove sei se guardi il cielo. Puoi andare verso un'avventura; non c'è nulla di cui aver paura." La suite si chiude con "The Quest", che unisce la spinta ritmica frammentata del jazz attuale con i piaceri synth del prog-rock d'epoca.
Hiromi ha creato la suite, ricca di colpi di scena emozionanti, come una celebrazione del nostro momento post-pandemico, in cui possiamo di nuovo vivere con un senso di esplorazione. "Ora è il momento di uscire e trovare qualcosa di nuovo", implora. E quel senso di eccitazione non è esclusivo della suite; anzi, definisce Out There nella sua interezza.
L'album inizia con il primissimo brano che Hiromi ha pubblicato come artista nel 2003: "XYZ", un delirante bruciatore che, con la tromba di O'Farrill, assume sfumature di LP Blue Note d'avanguardia degli anni '60. "È sempre stata una canzone molto speciale per me e per i fan", dice, definendola una "canzone simbolo di Hiromi". "Sì! Ramen!!", un omaggio al piatto preferito di Hiromi, è un'altra corsa sfrenata che vanta ritornelli synth, ritmi ska, ritmi disco scatenati, un riff possente che ricorda i Black Sabbath, improvvisazioni jazz all'avanguardia, musica classica contemporanea e molto altro. Uffa. La band condivide la passione di Hiromi per il ramen, in particolare O'Farrill e Coye, e cerca di raggiungere quanti più posti possibile durante il tour. "Per questa canzone, è stato più come creare una colonna sonora per il film che avevo in testa", dice. "Quando il paesaggio cambia, allora entra in gioco musica diversa: ristorante diverso, stile diverso".
"Pendulum" di Hiromi è disponibile in due versioni, tra cui una versione vocale con Michelle Willis, nota per le sue collaborazioni con Becca Stevens e il compianto David Crosby. Hiromi è da tempo una fan del lavoro di Willis e la definisce "una voce meravigliosa e una musicista formidabile". L'arrangiamento della pianista è un jazz che va dalla ballata al midtempo, baciato da un sensuale neo-soul, e il testo originale, scritto a quattro mani da Willis e Hiromi, parla "della vita", dice la pianista: "del suo andare e venire. La vita è come un'onda, o come una specie di pendolo. Bisogna lasciarsi trasportare dalla corrente".
Più avanti nell'album, Hiromi offre una splendida e contemplativa esecuzione al pianoforte solo di "Pendulum", che include nei suoi set dal vivo da un paio d'anni. "Quello che mi piace di più del pianoforte solo è suonare la dinamica più morbida che riesco a suonare", spiega. Ama assaporare il suono del suo strumento in questa quiete, che offre anche al pubblico un momento di riposo dopo un momento d'insieme particolarmente pirotecnico. Il finale del nuovo album di Hiromi è anche il brano più delizioso: "Balloon Pop", un tormentone tanto orecchiabile quanto qualsiasi altro brano attualmente in classifica. (E con O'Farrill alla tromba, il suo tema canticchiabile evoca le registrazioni piene di ritornelli di Miles Davis degli anni '80.)
E qui sta il segreto del monumentale successo di Hiromi: la sua rara capacità di offrire non solo un virtuosismo strepitoso, ma anche pura gioia. "Adoro suonare 'Balloon Pop'", dice. "Ogni pubblico torna a casa cantando questo riff, anche ben dopo la fine dello spettacolo. I cambi di accordi sono impegnativi, ma non suonano comunque complicati. Volevo solo scrivere canzoni che fossero cantabili, ballabili e divertenti."

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