La tromba dimenticata: storia di Joe Gordon

Joe Gordon è stato uno dei trombettisti più talentuosi e sottovalutati del jazz moderno, la cui carriera brillante è stata tragicamente interrotta troppo presto. 

Nato a Boston il 15 maggio 1928, Gordon ha lasciato un segno significativo sulla scena jazzistica degli anni '50 e primi anni '60, distinguendosi per uno stile limpido, lirico ma anche sorprendentemente energico.

Gordon ha iniziato a suonare la tromba in giovane età, studiando al Conservatorio di Musica del New England. Ben presto si è fatto notare nei circuiti locali di Boston, fino a entrare nelle grandi orchestre che passavano da lì, compreso il gruppo di Lionel Hampton. 

Il suo primo vero trampolino di lancio fu l’ingresso nella big band di Dizzy Gillespie nel 1956: un’esperienza cruciale che gli permise di sviluppare un fraseggio moderno, fortemente influenzato dal bebop ma con un lirismo tutto personale.

Negli anni '50 Gordon suonò anche con Art Blakey e Horace Silver, contribuendo ad alcune formazioni che avrebbero poi gettato le basi per il jazz hard bop. Ma fu il trasferimento sulla West Coast a segnare un altro capitolo importante della sua carriera: a Los Angeles, Joe Gordon entrò a far parte del quintetto di Shelly Manne, partecipando alla storica serie di album At the Black Hawk (1959). La sua tromba calda e brillante era la controparte perfetta al sassofono di Richie Kamuca, all’interno di un gruppo capace di unire libertà improvvisativa e precisione formale.

Nel 1961 Joe Gordon registrò il suo disco più celebrato come leader, Lookin’ Good! per la Contemporary Records. L’album è un gioiello del jazz moderno, con composizioni originali e arrangiamenti freschi, in cui si intrecciano swing, blues e modernismo bop. La sua tromba, sempre limpida e comunicativa, riesce a tenere insieme energia e introspezione. Tra i sidemen figurano artisti del calibro di Jimmy Woods al sax e Dick Whittington al piano, a dimostrazione della considerazione di cui godeva Gordon tra i suoi colleghi.

Tragicamente, la parabola di Joe Gordon si concluse appena un anno dopo l’uscita di Lookin’ Good!. Il 4 novembre 1963 morì a soli 35 anni in un incendio a Los Angeles. La sua morte improvvisa lasciò un vuoto nel mondo del jazz, che perse una delle sue voci più promettenti e originali. Proprio come Clifford Brown, Gordon è ricordato come un talento che avrebbe potuto dare ancora moltissimo.

Oggi Joe Gordon è una figura di culto per molti appassionati di jazz. Nonostante una discografia contenuta, il suo stile ha influenzato più di una generazione di trombettisti. La sua musica, piena di swing, raffinatezza e vitalità, rimane una testimonianza sincera e potente di cosa poteva essere il jazz moderno degli anni '60.

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