Myra Melford’s Fire and Water - Live at Roulette 2025

Ecco il video del concerto, trasmesso in live streaming ieri sera (26 giugno), del Myra Melford’s Fire and Water, registrato al Roulette in Downtown Brooklyn, “One of New York’s most important avant-garde music spaces...” (NY Times). 

In un panorama jazzistico sempre più frammentato e difficile da definire, il progetto Fire and Water della pianista e compositrice Myra Melford emerge come un esempio limpido di coerenza espressiva e libertà artistica. Non è soltanto un quintetto d’eccezione tutto al femminile; è soprattutto un laboratorio sonoro in cui l’energia dell’improvvisazione si intreccia con un’ispirazione visiva profonda e originale.

Il progetto nasce nel 2019 durante una residenza al leggendario locale The Stone di New York, e già allora sembrava destinato a durare: Melford riunisce musiciste straordinarie – Ingrid Laubrock al sax, Mary Halvorson alla chitarra, Tomeka Reid al violoncello, Susie Ibarra alla batteria (poi sostituita da Lesley Mok nel secondo album) – per creare un linguaggio comune, fatto di suoni, gesti, intuizioni.

Ma ciò che rende questo quintetto così speciale è il suo legame con l’arte visiva. L’ispirazione diretta arriva dai lavori di Cy Twombly, pittore americano noto per i suoi tratti liberi, scarabocchiati, spesso a metà tra scrittura e disegno. Melford si innamora di una sua serie del 1981 – Gaeta Set (for the Love of Fire and Water) – e decide di tradurre in musica quella gestualità apparentemente caotica ma profondamente evocativa.

C'è in tutto questo un senso fortissimo di sorellanza artistica. Non si tratta soltanto di un ensemble femminile – cosa ancora relativamente rara nel jazz contemporaneo – ma di una vera e propria comunità sonora. Le musiciste sembrano parlarsi senza bisogno di parole, intuendo direzioni, lasciandosi spazio, raccogliendo spunti e restituendoli trasformati. È un jazz che respira, che si contamina con l’arte, la danza, la scrittura. Un jazz “in movimento”, che non cerca l’applauso facile ma punta a smuovere zone più profonde dell’ascoltatore.

Melford ha detto in un’intervista che per lei il suono arriva dopo il gesto: prima c’è un impulso, una linea immaginaria, una decisione interiore. È un modo di concepire la musica che ricorda la calligrafia orientale o la pittura d’azione. E Fire and Water è, in effetti, un progetto che potrebbe tranquillamente stare tra le sale di un museo tanto quanto su un palco jazz.

La risposta della critica è stata entusiasta: DownBeat, JazzTrail e molti altri hanno elogiato la profondità e l’originalità del progetto, riconoscendone l’importanza nel panorama contemporaneo. Ma è dal vivo che il quintetto raggiunge la sua forma più viva, come nelle recenti esibizioni a New York, Pori, San Sebastián, Seattle. Ogni concerto è diverso, perché ogni gesto – come ogni pennellata di Twombly – non è mai identico a se stesso.


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