OKeh Records fu tra le prime etichette discografiche a scommettere sui “race records”, ovvero registrazioni realizzate da artisti afroamericani per un pubblico afroamericano, in un’epoca in cui segregazione razziale e pregiudizi dominavano il mercato musicale. Ma in quella separazione forzata, si fece spazio anche una straordinaria esplosione di creatività.
L’evento del 1926 non fu solo uno spettacolo: fu una dichiarazione culturale e commerciale. OKeh dimostrò che il jazz afroamericano era non solo artisticamente valido, ma anche economicamente vincente.
Questi brani non solo divennero successi, ma ridefinirono il ruolo del solista nel jazz, spostando l’attenzione dalla polifonia collettiva dell’era di New Orleans alla centralità dell’improvvisazione individuale.
Durante il Cabaret and Style Show, Armstrong e i suoi musicisti si esibirono in un’incisione dal vivo con riproduzione immediata, una tecnologia allora agli albori. Il pubblico poté ascoltare in tempo reale il risultato delle registrazioni, un’anteprima del futuro della musica registrata.
Questo tipo di evento, a metà tra performance e dimostrazione tecnica, fu anche un modo per legittimare la musica nera nel contesto urbano e moderno della Chicago degli anni ’20.
Il "Cabaret and Style Show" includeva anche una sfilata di moda con protagonisti afroamericani, a sottolineare che l’identità Black non era solo musicale, ma anche estetica, sociale e politica. Il cabaret jazz si fondeva con il glamour e il desiderio di autodeterminazione di una nuova generazione urbana afroamericana.
Molte delle incisioni realizzate da Armstrong in quegli anni sono oggi conservate nel National Recording Registry della Library of Congress per il loro valore storico e culturale. La potenza espressiva del suo cornetto e la sua voce divennero il simbolo di una nuova era, portando il jazz da musica da ballo a forma d’arte autonoma.
L’articolo da cui questo testo è tratto fa parte della mostra virtuale “That’s My Home”, curata dal Louis Armstrong House Museum. Il progetto, coordinato da Ricky Riccardi, è una fonte preziosa di materiali, approfondimenti e testimonianze su Armstrong, non solo come musicista, ma come figura chiave della cultura americana.

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