Roma Jazz Festival 2025

Il Roma Jazz Festival 2025, che dal 1° al 23 novembre tornerà a illuminare la Capitale con la sua 49ª edizione, si conferma come uno degli appuntamenti più attesi per gli appassionati di musica improvvisata. 

La rassegna, che negli anni ha saputo trasformare Roma in un crocevia del jazz internazionale, si muove anche quest’anno tra i luoghi più suggestivi della città: l’Auditorium Parco della Musica, la Casa del Jazz e il Monk Club, spazi diversi per atmosfera e acustica, ma tutti capaci di accogliere il linguaggio libero e multiforme del jazz.

Ad aprire il festival sarà Makaya McCraven, batterista e producer statunitense considerato tra i principali innovatori della scena contemporanea. La sua musica unisce la forza ritmica dell’hip hop alla tradizione del jazz, costruendo paesaggi sonori in cui la ripetizione diventa ipnotica e il groove si trasforma in racconto. Con lui, il Roma Jazz Festival lancia un messaggio chiaro: il futuro del jazz nasce dalla contaminazione.

Non mancheranno poi figure che rappresentano la memoria e la storia di questo linguaggio. David Murray, sassofonista che dagli anni Settanta ha saputo attraversare free, swing e avanguardia, porterà la profondità del suo timbro e la sua instancabile voglia di dialogo con il pubblico. Murray incarna perfettamente lo spirito del festival: la capacità di tenere insieme radici e modernità.

Accanto a lui, le nuove generazioni trovano spazio con progetti dal respiro internazionale. È il caso del contrabbassista Joe Sanders, che con il progetto “Parallels” costruisce una musica sospesa tra introspezione lirica e pulsazioni urbane, o del Camilla George Quartet, in cui la giovane sassofonista britannica esplora le connessioni tra jazz, afrobeat e sonorità globali.

Un tocco di soul e sensibilità contemporanea arriverà da Bilal, voce magnetica della scena neo-soul statunitense, capace di muoversi con naturalezza tra jazz, funk ed elettronica. Non mancheranno inoltre momenti di grande energia collettiva, come il concerto del leggendario batterista Peter Erskine con la sua Dr. Um Band, che promette di fondere virtuosismo e intensità in una miscela esplosiva.

Il festival darà spazio anche agli artisti italiani, confermando la vocazione di ponte culturale che lo contraddistingue. La pianista Sade Mangiaracina, in dialogo con il trombonista Gianluca Petrella, porterà una musica che mescola paesaggi mediterranei e apertura internazionale, mentre il Jemma Collettivo offrirà la freschezza e la vitalità delle nuove voci della scena nazionale.

Non mancheranno gli omaggi, come quello della straordinaria arpista Alina Bzhezhinska, che dedicherà il suo concerto ad Alice Coltrane, figura leggendaria del jazz spirituale e simbolo di una musica capace di oltrepassare i confini terreni per farsi esperienza trascendente.

Il Roma Jazz Festival continua inoltre a mantenere uno sguardo attento al pubblico dei più piccoli, con spettacoli come le “Fiabe Jazz”, che trasformano storie e racconti classici in esperienze musicali partecipative, introducendo i bambini al piacere dell’improvvisazione e al gioco dei suoni.

Con questo intreccio di linguaggi, epoche e sensibilità artistiche, il Roma Jazz Festival 2025 si propone ancora una volta come un viaggio nel tempo e nello spazio del jazz. Un festival che non si limita a programmare concerti, ma costruisce un percorso narrativo in cui la tradizione incontra l’innovazione e in cui Roma diventa, per tre settimane, la capitale di un dialogo musicale universale.

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