Si tratta di una raccolta preziosissima, non solo per la storia del jazz, ma per la cultura musicale contemporanea. In questo articolo offre un ritratto coinvolgente della figura di Shorter e del valore di questo straordinario lascito.
La New York Public Library for the Performing Arts ha acquisito l’archivio contenente materiali risalenti agli anni ‘50: carta, manoscritti, opere d’arte inedite, registrazioni mai udite, corrispondenza, documenti personali, articoli finanziari... in tutto ben 128 piedi lineari di materiale archiviato, una quantità significativa che esprime la ricchezza del pensiero creativo di Shorter
Tra i cimeli ci sono un centinaio di manoscritti originali, inclusi brani celebri come Lester Left Town, Footprints, Infant Eyes, Night Dreamer, E.S.P. e Nefertiti. Vi si trovano anche decine di nastri audio con prove e idee musicali e documenti amministrativi – contratti, rendiconti sulle royalties e licenze dagli anni ’70 agli anni 2000
Per la biblioteca, l’acquisizione di quest’archivio è un momento centrale nelle celebrazioni del suo 60° anniversario. È un’opportunità per preservare l’eredità di Shorter allo stesso livello di altri grandi artisti tra le sue raccolte
Dalla vedova di Shorter, Carolina Shorter, arriva una dichiarazione toccante: l’archivio trova casa in un luogo in cui Wayne lo avrebbe voluto, un ambiente che ispiri artisti, studiosi e il pubblico, concludendo con un senso di “missione compiuta”
Anche Kevin Parks, curatore della Music and Recorded Sound Division, sottolinea il prestigio dell’opera di Shorter e il valore di rendere pubblicamente accessibile il suo corpus artistico
L’archivio va ben oltre documentazione: è un viaggio nella mente creativa di una leggenda del XX secolo. Ogni spartito, nastro o lettera racconta un pezzo della sua evoluzione come compositore, strumentista e pensatore musicale.
Per studenti, studiosi e musicisti, l’accesso a manoscritti e materiali originali significa poter studiare le concrete trasformazioni delle sue idee, dai primi schizzi ai brani definitivi. E non è solo per chi conduce ricerche: la comunità artistica e il pubblico possono trovare ispirazione nella continuità tra arte e vita.

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