C’era un’audacia nel jazz-funk di metà anni ’70, un desiderio di espandere l’orizzonte senza perdere anima.
Expansions, pubblicato nel 1975 da Lonnie Liston Smith & The Cosmic Echoes, è la quintessenza di quell’atteggiamento. Un disco che non è solo suonato, ma respirato, come suggerisce il titolo: espansione, apertura, possibilità sonore.
Dopo essersi formato con giganti come Betty Carter, Pharaoh Sanders e Miles Davis, Smith decise di spostare il suo sguardo verso il funk più meditativo e aperto.
Il risultato fu Expansions, frutto di un’intesa perfetta tra groove – con bassi profondi di Cecil McBee e ritmi fluidi di Michael Carvin – e atmosfere giocose, lisergiche, sospese tra spiritual jazz e funk danzante
Il lavoro non è mai virtuosistico o iper-tecnico: qui domina lo spazio, le texture, l’energia diffusa. I sette brani scorrono come un unico flusso, tra voci fluttuanti, congas, vibrazioni cosmiche, sintetizzatori e trombe leggere.
Il brano che dà il titolo all’album è ormai un classico: apertura di triangolo, basso ondoso, tastiere spaziate e il fratello Donald Smith che canta messaggi positivi sull’unità tra gli uomini. Un’ode che oggi suona forse un po’ generica, ma che all’epoca era radicale nella sua semplicità .
Da lì si snodano gemme come Desert Nights – jazz modale in stato meditativo – e Voodoo Woman, più ritmico e sciamanico, fino alla versione soul-lounge di Peace, rivisitazione dello standard di Horace Silver con testo sui tempi della Guerra del Vietnam
Ciò che rende Expansions un disco mondiale non è solo il groove: è la capacità di parlare a clubber londinesi e produttori jungle, a DJs come Norman Jay e Gilles Peterson, a musicisti hip-hop e beatmaker. A 50 anni, il disco è diventato un pilastro del cosiddetto “spiritual jazz-funk”, ed è stato ristampato in edizione deluxe AAA, con custodia gatefold e note ricche di contributi di appassionati come Frank Tope, per l’anniversario del 2025
Un disco che ha “ricambiato” le strade interiori e i club: ascoltato al Loft newyorkese o trasformato in campione dai DnB produttori come Roni Size
Mezzo secolo dopo, l'ascolto di Expansions resta un’esperienza terapeutica. C’è il calore analogico delle tastiere vintage, c’è lo spazio nel mix, c’è la vibrazione organica della sezione ritmica. C’è il jazz che si fonde con il groove, senza perdere profondità. E in ogni nota si sente ancora ciò che Smith cercava: l’espansione della coscienza, la connessione tra le persone, la libertà .
Anniversario speciale: una riedizione remaster AAA è un vero tributo alla qualità originaria, con coinvolgimento diretto di guru come Norman Jay e Gilles Peterson.
Expansions non è un mero disco: è una piccola svolta personale e collettiva. È un invito, oggi come allora, a espandere i confini della mente, a ballare mentre si contemplano mondi interiori. Per mille ascolti, per mille ragioni, resta un classico imprescindibile del jazz-funk anni ’70, ma anche un ponte tra passato e futuro sonoro.

Nessun commento:
Posta un commento