Da quasi 60 anni è una forza trainante, producendo un corpus di opere prodigioso e creativo che si estende oltre il jazz. La vasta discografia di Surman come leader e sideman conta ad oggi oltre 100 registrazioni e ha visto la partecipazione di decine di artisti di spicco in tutto il mondo. Surman è noto soprattutto per la sua lunga collaborazione con l'etichetta tedesca ECM, che ha iniziato a pubblicare le sue registrazioni nel 1979.
Ogni periodo della sua carriera è costellato di momenti salienti, ed è per questo che Cuneiform è estremamente lieta di pubblicare per la prima volta in assoluto questo straordinario documento sulla scena "Brit-jazz" di fine anni '60. Surman visse a Londra negli anni '60 e prosperò nella scena musicale in piena espansione. La Londra degli anni '60 era il centro mondiale della musica popolare e Surman ne fu una figura chiave, collaborando con decine di importanti musicisti jazz e rock.
Apparso per la prima volta su disco in un'incisione di Peter Lemer del 1966 per la ESP, negli anni '60 Surman suonò con Mike Westbrook, John Mclaughlin, Dave Holland, i Brotherhood of Breath di Chris McGregor, Alexis Korner, Mike Gibbs e molti altri. Ascoltava di tutto e collaborò con decine di band del melting pot londinese, suonando di tutto, dal free jazz all'hard bop, dal jazz mainstream al blues, dall'allora emergente jazz rock alla musica delle township sudafricane.
Alla fine degli anni '60, il jazz britannico che emergeva da Londra era riconosciuto in tutto il mondo come una delle sue espressioni più vitali e creative. Nel 1968, Miles Davis visitò Ronnie Scott e successivamente reclutò due collaboratori di Surman, Holland e McLaughlin, per la sua band americana. L'attività di Surman si intensificò; partecipò ad almeno 8 registrazioni, tra cui una compilation dal vivo al Ronnie Scott, e poi suonò al Montreux Jazz Festival del '68 con il suo Ottetto, vincendo il premio come miglior solista. Iniziò a registrare album da solista, il primo nel '68 con il pianista John Taylor e il bassista Dave Holland.
Surman avrebbe superato queste attività nel 1969, il suo anno più intenso del decennio. Partecipò a 11 registrazioni quell'anno, tra cui "Extrapolation" di McLaughlin, e alla fine dell'anno lasciò l'Inghilterra per iniziare a lavorare come parte di una nuova formazione con sede in Belgio chiamata The Trio, che si sarebbe rivelata una svolta nella carriera di Surman, lanciandone il profilo internazionale. Al momento della registrazione pubblicata qui, Surman aveva appena terminato le registrazioni del suo secondo album da leader, "How Many Clouds Can You See", quindi "Flashpoints and Undercurrents" rappresenta un'occasione unica per approfondire la sua formazione come leader e anche i primi lavori dei suoi compatrioti musicali che suonano con lui qui. Per l'occasione, Surman ha diretto un ensemble di dieci elementi, composto dal meglio del jazz britannico moderno e da due musicisti austriaci.
Il doppio valore di questa pubblicazione è che contiene una grande quantità di brani mai registrati altrove. Catturato con un eccellente suono stereo, questo disco è un documento eccezionale e di enorme importanza che lascerà a bocca aperta gli appassionati di jazz britannico e aprirà le orecchie, gli occhi e la mente di coloro che non conoscono il grande e distintivo lavoro di questi bravi musicisti!

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