Ma non sarebbe del tutto sbagliato definire il lungo testa a testa tra Stati Uniti e Unione Sovietica una battaglia di idee. Dwight Eisenhower la vedeva certamente in questo modo, una visione del mondo che ispirò la creazione, nel 1956, del Programma Internazionale Speciale del Presidente per la Partecipazione agli Affari Internazionali, che mirava a utilizzare la cultura americana per migliorare l'immagine del Paese nel mondo. (Quello stesso anno, Eisenhower firmò anche la costruzione del sistema autostradale interstatale, tale era l'ambizione del Paese all'epoca).
Per una forma d'arte inequivocabilmente americana, difficilmente si poteva fare di meglio del jazz, che aveva anche il vantaggio di controbilanciare la propaganda sovietica incentrata sui difficili rapporti razziali degli Stati Uniti.
E così il Dipartimento di Stato scelse una serie di "ambasciatori del jazz" da inviare in tour mondiali attentamente pianificati, a cominciare da Dizzy Gillespie e la sua band interrazziale di diciotto elementi (con il compianto Quincy Jones nel ruolo di direttore musicale). A partire dal marzo del 1956, il tour di Gillespie, della durata di dieci settimane, prevedeva date in tutta Europa, Asia e Sud America. Questi non sarebbero stati i suoi ultimi tour all'estero sponsorizzati dal Dipartimento di Stato: nei video qui sopra, potete vedere un estratto della sua esibizione in Germania nel 1960. Da questo tour scaturì persino album dal vivo come "Dizzy in Greece" e "World Statesman".
Seguirono altri ambasciatori del jazz: Louis Armstrong (che se ne andò a causa della crisi di integrazione scolastica a Little Rock), Duke Ellington, Benny Goodman e Dave Brubeck (la cui visione negativa del programma ispirò il musical "The Real Ambassadors").
Ma nessuno si spinse così lontano nel perseguire i propri interessi politico-culturali come Gillespie, che si presentò come candidato "write-in" alle elezioni presidenziali americane del 1964. Promise non solo di rinominare la Casa Bianca "Blues House", ma anche di nominare un gabinetto che includesse Miles Davis come direttore della CIA, Charles Mingus come Segretario della Pace, Armstrong come Segretario dell'Agricoltura ed Ellington come Segretario di Stato.
Questa amministrazione svampita, ahimè, non prese mai il potere, ma la musica stessa ha lasciato un'eredità più profonda di qualsiasi governo. Sicuramente il fatto che io scriva queste parole in un caffè in Corea, con una colonna sonora interamente jazz, parla da sé.

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