Bud Powell – Chez Francis, Paris 1962‑64

Quando si parla di Bud Powell, si tocca una delle vette assolute del pianoforte jazz. 

Ma la storia di Powell non è fatta solo di grandi palcoscenici e registrazioni leggendarie: è anche un racconto di fragilità, di isolamento e, a tratti, di rinascita. Chez Francis – Paris 1962/64, pubblicato in edizione limitata da Sam Records, è uno di quei documenti rari che spalancano una finestra su un Bud Powell privato, vulnerabile ma ancora capace di accendere la meraviglia attraverso il pianoforte.

Nel 1959 Powell si trasferisce a Parigi, accolto e sostenuto dal giovane appassionato Francis Paudras, che diventerà per lui un amico, un protettore e una figura quasi familiare. Paudras gli offre un luogo dove vivere, un pianoforte e, soprattutto, comprensione. In quel periodo, tra alti e bassi, Powell ritrova un certo equilibrio e una vitalità musicale che sembrava ormai perduta.

È proprio nell’appartamento di Paudras, tra il 1962 e il 1964, che vengono registrate le tracce di questo album: registrazioni domestiche, su nastro, fatte senza pretesa di ufficialità, ma oggi di enorme valore documentario ed emotivo.

Il repertorio comprende tredici tracce, un mix di standard jazz, brani di Thelonious Monk e composizioni originali di Powell. Nonostante il contesto casalingo e un pianoforte tutt’altro che perfetto, ciò che emerge è una musica viva, spontanea, spesso giocosa, a volte intensa e introspettiva.

Spiccano alcuni brani originali come Una Noche Con Francis, con atmosfere latineggianti alternate a swing, e Blues for Bouffémont, un blues struggente scritto durante la convalescenza in sanatorio per tubercolosi. In questo brano, Powell cita Parker’s Mood, come a rendere omaggio a un mondo sonoro che aveva sempre portato dentro di sé.

Accanto a questi, ci sono classici come How High the Moon, I Know That You Know e due composizioni di Monk, Ruby My Dear e Stuffy Turkey, che confermano la connessione spirituale e musicale tra i due giganti.

Pubblicato in sole 500 copie numerate, Chez Francis non è un semplice album: è un documento storico e umano. Le registrazioni sono state restaurate con cura ma senza alterarne l’autenticità, lasciando percepire l’ambiente intimo in cui sono nate. È come essere seduti nella stanza con Powell, ascoltarlo suonare liberamente, lontano dalle pressioni dell’industria discografica e dal giudizio del pubblico.

Nel 1964 Paudras convinse Powell a tornare negli Stati Uniti per suonare al Birdland, ma l’esperienza fu un fallimento. Licenziato e abbandonato, Powell scomparve per mesi, segnando l’inizio di un rapido declino. Morì a New York nel 1966, a soli 41 anni.

Tuttavia, queste registrazioni conservano un frammento luminoso del suo spirito, una testimonianza irripetibile della sua umanità e del suo talento, nonostante tutto.

Chez Francis – Paris 1962/64 è più di un disco: è un ritratto sincero, imperfetto ma autentico, di Bud Powell negli ultimi anni della sua vita. Un'opera che unisce il valore musicale a quello umano, restituendoci il suono di un artista che, anche nel silenzio dell’esilio, trovava ancora il modo di far parlare la sua anima attraverso il pianoforte. 

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