La sua connessione profonda con questo genere musicale non rappresentò semplicemente un interesse personale, ma divenne un elemento fondamentale della sua produzione artistica, influenzando tanto la forma quanto il contenuto delle sue opere più celebri.
Questa ossessione musicale non era casuale: Basquiat vedeva nel jazz, e in particolare nel bebop, una forma d'arte rivoluzionaria che condivideva molte caratteristiche con la sua pittura.
Il bebop, quella forma più avant-garde del jazz pionieristica di Charlie Parker, esercitava un fascino particolare sull'artista. Parker viene citato ripetutamente nelle sue opere, diventando quasi una figura totem nella mitologia personale di Basquiat. Non era un caso che l'artista si sentisse attratto da questo genere: come il bebop aveva rivoluzionato la musica jazz tradizionale, così Basquiat stava rivoluzionando l'arte contemporanea con il suo approccio anticonformista.
La tecnica pittorica di Basquiat rifletteva chiaramente l'influenza del jazz. Come la citazione sapiente e divertente di un musicista a metà di un assolo, le immagini e le parole mirate di Basquiat creavano significato attraverso il contesto. Le sue tele erano piene di riferimenti, sovrapposizioni e improvvisazioni visive che ricordavano l'approccio spontaneo e cerebrale dei jazzisti bebop.
L'uso delle parole nei suoi dipinti non era mai decorativo, ma funzionava come i riff musicali: elementi ricorrenti che davano struttura e ritmo all'opera. Spesso faceva riferimento a musicisti jazz e alle loro canzoni, come "Ornithology" di Charlie Parker, integrando questi elementi nella grammatica visiva dei suoi quadri.
I riferimenti al jazz iniziarono ad apparire con grande frequenza e zelo nei suoi dipinti tra il 1982 e il 1983, periodo che coincise anche con la sua prima incursione nel mondo discografico con "Beat Bop", realizzato insieme a Rammellzee e K-Rob. Questo non fu un caso: in quegli anni Basquiat raggiunse una maturità artistica che gli permise di fondere completamente le sue passioni musicali con la sua ricerca pittorica.
Tra le opere più emblematiche di questa fusione spicca "Horn Players" del 1983, che esemplifica lo stile pittorico di Basquiat, sparso di parole, figure e una varietà di tecniche di segno. Il dipinto è un omaggio diretto ai musicisti jazz, ma anche una riflessione sulla condizione dell'artista nero in America.
Altre opere significative includono "Bird on Money" del 1981, un tributo al musicista jazz Charlie Parker, soprannominato "Bird". Questi lavori non erano semplici ritratti, ma complesse meditazioni sulla creatività, sulla cultura afroamericana e sul posto dell'arte nella società.
Il legame tra Basquiat e il jazz rappresenta qualcosa di più profondo di una semplice influenza stilistica. Entrambe le forme d'arte condividevano una natura rivoluzionaria, una capacità di dare voce alle esperienze della comunità afroamericana e una tecnica che privilegiava l'espressione autentica rispetto alle convenzioni accademiche.
La collezione di dischi di Jean-Michel Basquiat conteneva circa 3.000 LP, in particolare jazz e bebop che ebbero un'enorme influenza sull'artista. Questa vastissima collezione testimonia quanto la musica non fosse per lui un semplice sottofondo, ma una fonte continua di ispirazione e ricerca.
Il rapporto tra Jean-Michel Basquiat e il jazz ci insegna come l'arte non esistesse mai in un vuoto, ma si nutra continuamente di contaminazioni e dialoghi con altre forme espressive. Nel caso di Basquiat, il jazz non fu semplicemente una passione personale, ma divenne parte integrante del suo linguaggio artistico, contribuendo a creare un'opera unica che continua a influenzare artisti e musicisti ancora oggi.
La lezione di Basquiat è che l'arte più autentica nasce dall'ascolto: ascolto del proprio tempo, della propria cultura, delle voci che troppo spesso rimangono inascoltate. E forse, proprio come i grandi jazzisti che tanto ammirava, la sua grandezza sta nell'aver saputo improvvisare su temi universali creando qualcosa di completamente nuovo e personale.

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