Kassa Overall non è nuovo a questo tipo di sperimentazioni. Batterista di formazione jazz ma con un piede saldamente piantato nell'hip-hop, ha sempre rappresentato quella generazione di musicisti che non vede barriere tra generi.
Il suo background lo rende perfetto per questo tipo di operazione: sa muoversi con naturalezza tra drum machine e batteria acustica, tra improvvisazione e strutture metriche rigide.
"CREAM" promette di essere qualcosa di diverso dai solsoliti tentativi di fusione jazz-hip-hop. Non si tratta di aggiungere elementi jazz a tracce rap esistenti, né di campionare vecchi dischi per creare nuove produzioni. Overall ha scelto la strada più difficile: prendere otto classici dell'hip-hop e reimmaginarli completamente attraverso il linguaggio del jazz dal vivo.
Quello che colpisce di più nel progetto è la scelta radicale di registrare tutto dal vivo, senza alcun ausilio digitale. "Nessun editing, nessun overdub, nessun campione o drum machine. Solo un grande gruppo di musicisti che suonano insieme", spiega Overall. In un'epoca in cui la musica è sempre più mediata dalla tecnologia, questa decisione suona quasi provocatoria.
L'approccio ricorda i grandi album jazz degli anni Sessanta, quando tutto si decideva in sala di registrazione nell'immediato dell'esecuzione. Ma applicato a materiale hip-hop, questo metodo assume un significato particolare: significa dover reinventare completamente brani nati per essere prodotti in studio, con layers di campioni e programmazioni elaborate.
La scelta dei brani da reinterpretare è significativa: The Notorious B.I.G., Wu-Tang Clan, Dr. Dre, A Tribe Called Quest, OutKast, Digable Planets e Juvenile rappresentano un campionario perfetto della golden age dell'hip-hop. Sono tutti artisti che, in modi diversi, hanno già dialogato con il jazz nelle loro produzioni originali.
La cover di "Rebirth of Slick (Cool Like Dat)" dei Digable Planets, già disponibile in anteprima, offre un primo assaggio di quello che possiamo aspettarci. I Digable Planets erano già intrisi di jazz nelle loro produzioni originali, e Overall sembra aver colto perfettamente lo spirito del brano, mantenendo quella sensazione di coolness rilassata che caratterizzava il trio di Brooklyn.
Quello che rende interessante "CREAM" è che non si tratta di un esperimento fine a se stesso. Overall fa parte di quella generazione di musicisti per cui hip-hop e jazz non sono generi separati, ma parti di un continuum culturale che affonda le radici nella musica afroamericana. Il jazz ha sempre campionato, rimaneggiato e reinterpretato: quello che fa Overall è semplicemente l'evoluzione naturale di questo processo.
Il suo approccio ricorda quello di artisti come Robert Glasper o Kendrick Lamar (con cui Overall ha anche collaborato), che hanno dimostrato quanto jazz e hip-hop possano nutrirsi a vicenda senza perdere la propria specificità. Ma mentre Glasper tende verso sonorità più contemporanee e Lamar incorpora elementi jazz nella sua produzione rap, Overall sceglie la strada dell'interpretazione strumentale pura.
"CREAM" arriva in un momento particolare per il jazz. Dopo anni di discussioni sulla presunta "morte" del genere, una nuova generazione di musicisti sta dimostrando che il jazz può ancora essere vitale, relevante e sorprendente. Overall fa parte di questa renaissance, insieme ad artisti come Kamasi Washington, Thundercat e Christian Scott.
La sua scelta di reinterpretare classici hip-hop non è nostalgica ma progettuale: dimostra che il jazz può ancora essere un linguaggio capace di metabolizzare e trasformare qualsiasi materiale musicale. In un'epoca in cui i confini tra generi sono sempre più labili, "CREAM" potrebbe rappresentare un modello per future sperimentazioni.
L'album promette di essere molto più di un divertissement: potrebbe essere la dimostrazione che il jazz, quando è autentico e libero da preconcetti, può ancora stupire e innovare. E che la strada migliore per guardare al futuro è spesso quella di abbracciare il presente senza timori.

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