Un'incisione del 1992 precedentemente inedita del leggendario sassofonista americano, stampata su vinile di 180 grammi e confezionata in una lussuosa copertina gatefold con booklet di 12 pollici.
Quando la Red Records di Marco Pennisi decide di pubblicare un inedito, si sa che ci troviamo di fronte a qualcosa di speciale. E «Nocturne» non delude le aspettative.
Il 2 aprile del 1992, nella sua performance bolognese live in quartetto, il baritonista sfogliò la parte migliore del suo catalogo compositivo ed esecutivo, qui rappresentata da dieci brani da lui scritti con l'aggiunta di due standard.
La registrazione cattura Mulligan in un momento particolare della sua vita artistica e personale. Dopo anni di turbolenze, aveva trovato stabilità grazie alla relazione con la Contessa Franca Rota Borghini Baldovinetti, che aveva preso in mano la gestione della sua carriera. Come confessò lo stesso musicista: "Io ero arrivato al punto di non riuscire più ad affrontare i rapporti con gli agenti e i promoters. L'intera scena era diventata qualcosa che non riuscivo a gestire".
Gerry Mulligan rappresenta una figura irripetibile nel jazz del Novecento. Sassofonista baritono di origine newyorkese, è stato uno dei pochi bianchi entrato nell'empireo del jazz del Novecento ed universalmente accettato, soprattutto, all'unanimità, gli si riconosce una sorta di unicità e di dominio assoluto su uno strumento ingombrante come il sax baritono, che Gerry suonava con estrema leggerezza e naturalezza.
La sua carriera decollò definitivamente con la partecipazione al leggendario «Birth of the Cool» di Miles Davis, ma fu la sua capacità di reinventare continuamente il proprio suono a renderlo immortale. Perfetto raccordo tra bebop moderato e cool jazz, Mulligan non nascose mai la sua "blackness" innata, riuscendo a dialogare alla pari con i grandi maestri afroamericani del dopoguerra.
Una delle caratteristiche più affascinanti di Mulligan era il suo approccio alla musica. Aveva un tono dolce e fluente, era un musicista serio, garbato che non amava l'eccessiva dissertazione critica sulla musica jazz, che a suo modo di vedere, poteva rovinare l'esperienza dell'ascolto. La sua osservazione era lapidaria: "Le persone che parlano molto di jazz – questo potrebbe essere il problema di base – non sembrano divertirsi nell'ascoltarlo".
Questo approccio si riflette perfettamente in «Nocturne», dove Mulligan, accompagnato da Harold Danko al pianoforte, Dean Johnson al basso e Ron Vincent alla batteria, abbandona la sua più tradizionale formula dei combo senza piano per esplorare nuove sonorità.
L'album si apre con «The Flying Scottsman», che smentisce categoricamente chiunque abbia mai considerato Mulligan un musicista "freddo". Sei minuti giocati su una perifrasi bebop a grande velocità e con ornamenti di riff perforanti e cambi di passo, in cui Gerry insiste spesso sul registro alto dello strumento.
Tra i momenti più suggestivi troviamo «My Funny Valentine», che nel suo afflato notturno, diventa un coacervo di emozioni che si sciolgono sotto la campana del baritono, senza che nessuno abbia a rimpiangere la tromba di Chet Baker. Un riferimento che richiama inevitabilmente i tempi del quartetto pianoless che rese celebre entrambi i musicisti.
L'interpretazione di «Take The 'A' Train» di Duke Ellington mostra come il baritonista plasma il suo amore per il jazz orchestrale, condensandone tutte le caratteristiche in un piccolo combo a quattro, il quale esprime le infinite sfumature cromatiche di un grande ensemble.
Negli anni Novanta, quando fu registrato questo concerto, Mulligan era ormai considerato un'autorità indiscussa del jazz mondiale. Le tensioni razziali degli anni Sessanta, che lo avevano fatto sentire "cancellato dalla storia", erano ormai un ricordo. Il sassofonista aveva ritrovato il suo posto nel pantheon jazzistico attraverso collaborazioni di alto livello, anche in Italia, dove aveva stretto un sodalizio artistico con musicisti come Enrico Intra.
Duke Ellington aveva riconosciuto immediatamente il suo talento, soprattutto per aver elevato il sassofono baritono a voce solista, facendone uno strumento di prima linea. Questo riconoscimento da parte del "Duca" suggella l'importanza storica di un musicista che ha saputo reinventare le possibilità espressive di uno strumento spesso relegato a ruoli di accompagnamento.
«Nocturne» rappresenta molto più di una semplice pubblicazione discografica. È un documento storico che testimonia la maturità artistica di uno dei giganti del jazz, catturato in un momento di particolare ispirazione. La musica di Mulligan rimase chiara, originale e priva di esoterismi di sorta. L'uso del contrappunto e i suoi arrangiamenti lineari e facilmente intellegibili influenzano a tutt'oggi un certo tipo di scrittura per orchestra.
La cura maniacale con cui la Red Records ha confezionato questa edizione – dalla stampa di qualità del vinile alla copertina gatefold con numerazione a mano – rende questo doppio LP un oggetto del desiderio per qualsiasi collezione che si rispetti. Non è solo un album da ascoltare, ma un pezzo di storia del jazz da possedere e tramandare.
In un'epoca in cui il vinile ha ritrovato il suo fascino presso le nuove generazioni, «Nocturne» di Gerry Mulligan si pone come un ponte ideale tra la tradizione jazzistica del Novecento e la riscoperta contemporanea dei suoi valori estetici più profondi. Un'occasione irripetibile per immergersi nel genio di un musicista che ha saputo trasformare la pesantezza fisica del sassofono baritono nella leggerezza di una conversazione musicale senza tempo.

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