Ma quando quel collezionista è Haruki Murakami, tutto cambia. "Ritratti in jazz" non è solo un libro sul jazz, è un'opera letteraria che rivela l'anima più autentica del grande scrittore giapponese.
Il libro è composto da cinquantacinque schede che, a partire dal ritratto di un musicista dipinto dall'artista Wada Makoto, commentano un disco storico. Questa collaborazione tra Murakami e l'artista giapponese Wada Makoto crea un dialogo unico tra parola e immagine, dove ogni ritratto diventa il pretesto per un piccolo racconto.
La struttura del libro riflette la natura della musica jazz stessa: improvvisazione, spontaneità, libertà espressiva. Ogni scheda, nelle mani di Murakami, diventa un piccolo racconto, un frammento di memoria autobiografica o il fulmineo ritratto di un artista, di un'epoca. Non siamo di fronte a un semplice compendio musicale, ma a una vera e propria autobiografia per dischi.
Chi conosce i romanzi di Murakami sa quanto il «jazz» sia fondamentale nella sua narrativa. Ma "Ritratti in jazz" rappresenta qualcosa di diverso e più intimo. Mai come in questo libro si ha l'impressione di sentire la voce autentica e senza mediazioni narrative di Murakami, come se il lettore entrasse nel suo mondo più quotidiano e genuino.
Il jazz non è solo colonna sonora dei suoi romanzi, ma la chiave per comprendere la sua poetica. L'improvvisazione, la ricerca della perfezione nell'imperfezione, la capacità di creare bellezza dal caos: questi sono i principi che guidano tanto la musica di un solista jazz quanto la scrittura di Murakami.
Dalla sua collezione di dischi (rigorosamente in vinile) Murakami ha scelto i musicisti indimenticabili, i brani più preziosi, le performance storiche, raccontandoceli come un amico con cui si divide un bicchiere in un jazz club. Questa intimità è il vero segreto del libro: non si tratta di critica musicale accademica, ma di condivisione di passioni.
La scelta del vinile non è casuale. Murakami, proprietario di una collezione di 10.000 dischi, rappresenta quella generazione di melomani per cui il disco non è solo musica, ma oggetto fisico, rituale, esperienza sensoriale completa. Negli anni '70, gestì un jazz bar e café a Tokyo chiamato Peter Cat, esperienza che ha profondamente influenzato la sua relazione con la musica.
"Ritratti in jazz" è definito dall'editore "un atlante sentimentale del jazz", formula che coglie perfettamente l'essenza del libro. Non si tratta di una storia del jazz tradizionale, ma di una mappa emotiva che attraversa decenni di musica seguendo i percorsi del cuore e della memoria.
Il testo, un percorso musicale melanconico e appassionato, si compone di cinquantacinque ritratti di musicisti che hanno scritto la storia del jazz: Chet Baker, Benny Goodman, Miles Davis, Louis Armstrong. Ma ciò che rende speciale questo viaggio è lo sguardo di Murakami, capace di trovare nelle note e nei silenzi delle storie che vanno oltre la musica.
"Ritratti in jazz" si colloca in quello spazio indefinito tra saggistica e narrativa che Murakami ha sempre abitato con naturalezza. Ogni ritratto è un piccolo gioiello letterario, dove la precisione documentaria si fonde con la poesia della rievocazione. Il lettore non impara solo la storia di un disco, ma entra in contatto con un modo di vivere e sentire la musica.
Il libro, pubblicato in Italia da Einaudi, rappresenta un'occasione unica per comprendere le radici musicali di uno dei più importanti scrittori contemporanei. In un'epoca in cui la musica è diventata sempre più effimera e digitalizzata, Murakami ci ricorda il valore della lentezza, dell'ascolto profondo, della fedeltà a quella forma d'arte che per lui non è solo intrattenimento, ma strada per la conoscenza di sé.
Per gli amanti del jazz, "Ritratti in jazz" è una guida appassionata scritta da un vero intenditore. Per i lettori di Murakami, è la chiave per entrare nel suo laboratorio creativo. Per tutti gli altri, è semplicemente un libro bellissimo sulla musica che ha cambiato il mondo.

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