The Dreamworld of Paul Motian - Anat Fort

Paul Motian è stato uno dei più influenti visionari musicali del nostro tempo, un batterista che ha rivoluzionato l'approccio alle percussioni e alla composizione. 

Sebbene sia scomparso quasi 14 anni fa, la sua eredità continua a influenzare le nuove generazioni attraverso la sua concezione liberatoria della batteria e le sue melodie dal sapore folk.

La pianista Anat Fort ha scoperto il genio di Motian attraverso le registrazioni del leggendario Bill Evans Trio, rimanendo immediatamente affascinata dal suo approccio musicale innovativo. 

Trasferitasi a New York City, Fort non perdeva occasione di assistere ai concerti di Motian, fino a quando non iniziò a collaborare con Ed Schuller, bassista e storico collaboratore di Motian. 

Il primo incontro musicale tra Fort e Motian si concretizzò nell'album del 2007 "A Long Story". L'entusiasmo di Motian per quella musica lo portò a proporre la pubblicazione per ECM Records, dando inizio a una collaborazione artistica che si protrasse fino all'ultimo concerto del batterista, che si esibì proprio con un gruppo guidato da Fort al Cornelia St. Café.

Fort aveva da tempo il desiderio di realizzare un album dedicato alle composizioni di Motian. Dopo aver studiato approfonditamente la sua musica attraverso i volumi "The Compositions of Paul Motian", compilati da Cynthia McGuirl, si rese conto che il progetto richiedeva una formazione più ampia del semplice trio pianistico.

Considerando la musica di Motian intrinsecamente legata alla chitarra, Fort coinvolse Steve Cardenas, chitarrista e veterano delle formazioni di Motian, che si rivelò fondamentale nella selezione dei brani e nella supervisione del missaggio e mastering.

Il quartetto si completa con Gary Wang al basso, collaboratore di lunga data di Fort, e Matt Wilson alla batteria. Il legame profondo tra i quattro musicisti è rafforzato dalla connessione di Wilson e Cardenas al programma accademico della New School, dove Fort insegna a Tel Aviv.

La selezione del repertorio si è rivelata particolarmente impegnativa, data l'esistenza di brani di Motian che Fort considera "intoccabili". Il risultato finale presenta cinque composizioni inedite di Motian accanto ad alcuni dei suoi lavori più celebri.

L'album si apre con "Dreamworld", un pezzo inedito che Fort aveva inizialmente immaginato come duo con Cardenas, ma che trova maggiore completezza con il supporto del basso di Wang. "Mumbo Jumbo", brano iconico di Motian, acquisisce energia tempestosa e un feeling classico nell'arrangiamento del gruppo.

Particolarmente toccante è "Tacho", scritto per un individuo eccentrico che Motian incontrò durante un'esibizione circense. Mentre il trio esegue il brano, Fort legge la storia che Motian raccontava di questo amico nel suo diario.

L'album include anche "It Should've Happened a Long Time Ago", forse la canzone più amata di Motian, eseguita con delicatezza e ricchezza sonora, e si conclude con "Arabesque", un elegante finale che vede Fort e Cardenas in un dialogo intimo tra piano e chitarra.

Lo studio della musica di Paul Motian rivela una masterclass di modestia e semplicità. L'esecuzione di questi brani richiede abilità, pazienza e fiducia reciproca. Anat Fort ha assemblato un ensemble straordinario per onorare la memoria e la musica di uno dei più grandi innovatori del jazz contemporaneo, creando un tributo che cattura perfettamente l'essenza del mondo onirico di Paul Motian.

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