Nato il 27 febbraio 1965 a New Rochelle, New York, Joey Calderazzo è cresciuto in una famiglia musicale ed ha iniziato a studiare pianoforte classico all'età di otto anni. Durante l'adolescenza, ha sviluppato un interesse per il jazz, influenzato da artisti come Oscar Peterson, Chick Corea, Herbie Hancock e McCoy Tyner.
Nel 1987, Calderazzo è entrato a far parte del quintetto di Michael Brecker, grazie a un incontro avvenuto durante una clinica musicale. Questa collaborazione ha segnato l'inizio della sua carriera professionale nel jazz.
Successivamente, ha lavorato con numerosi artisti di spicco, tra cui Bob Belden, Bob Mintzer, John Blake, Dave Stryker, Arturo Sandoval, George Garzone, Cæcilie Norby, Chris Minh Doky, Vincent Herring, Terumasa Hino e Jeff "Tain" Watts. Nel 1998, dopo la scomparsa di Kenny Kirkland, Calderazzo ha assunto il ruolo di pianista nel quartetto di Branford Marsalis, consolidando ulteriormente la sua reputazione nel panorama jazzistico internazionale.
Oltre alle collaborazioni, Calderazzo ha intrapreso una carriera solista prolifica, pubblicando diversi album come leader. Il suo debutto discografico, "In the Door", è stato prodotto da Michael Brecker e ha visto la partecipazione di musicisti del calibro di Jerry Bergonzi e Branford Marsalis. Altri lavori degni di nota includono "To Know One" (1991), "The Traveler" (1993), "Secrets" (1995) e "Haiku" (2004), quest'ultimo caratterizzato da performance di pianoforte solo che mettono in luce la sua profondità espressiva.
Nel 2011, Calderazzo ha collaborato con Branford Marsalis per l'album "Songs of Mirth and Melancholy", un progetto in duo che esplora una gamma emotiva ampia attraverso composizioni originali e reinterpretazioni di standard. La sua discografia più recente include "Going Home" (2015) e "Live from the Cotton Club, Tokyo, Volume I" (2018), che testimoniano la sua continua evoluzione artistica e la capacità di coinvolgere il pubblico con esibizioni dal vivo dinamiche e appassionate.
Tecnica impeccabile, abilità improvvisativa e capacità di fondere tradizione e innovazione nel jazz contemporaneo. Queste le caratteristiche del pianista che ha inciso 13 album.
"Nel 1997 ho fatto un cambiamento – ricorda Calderazzo – Ho trovato un'altra dimensione nel mio modo di suonare. Non saprei dire perché e non mi interessa molto scoprirlo. Tu ti siedi al piano sei, settecento ore all'anno, qualcosa sta per accadere. E io sono sempre irrequieto. È stato proprio nel periodo in cui ho registrato Tales From The Hudson con Michael Brecker. Dopo la morte di Kenny Kirkland, ho trovato un tempo più sciolto, diversi tipi di ritmi, e un lato più lirico. Il mio tocco è migliorato e ho iniziato a prestare più attenzione al suono del pianoforte."
Queste sono le 4 date italiane del suo minitour italiano: 27 luglio Genova (Arena del Mare, Porto Antico), 29 luglio Calcinaia (Il Cavatappi, Spirito Jazz), 31 luglio a Carpi (CarpInJazz, Cortile Palazzo Pio), 3 agosto Napoli (Livingstone Bistrot, Lido Varca d'Oro).

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