Hazel Scott – 105 anni di eleganza ribelle

Oggi avrebbe compiuto 105 anni Hazel Scott, una delle figure più affascinanti – e a lungo trascurate – della storia del jazz e dello spettacolo americano. 

Pianista prodigio, cantante sofisticata, attrice, attivista per i diritti civili, fu una vera pioniera afroamericana che ha sfidato stereotipi, rotto barriere e imposto il proprio talento in un mondo ancora profondamente segregato.

A ricordarla oggi, più che un doveroso omaggio, è un invito a (ri)scoprire un’artista che ha anticipato molte battaglie ancora attuali, senza mai smettere di suonare con grazia, intensità e spirito libero.

Nata a Port of Spain, Trinidad, nel 1920 e cresciuta a Harlem, Hazel Scott mostrò da subito un talento fuori dal comune. A otto anni fu ammessa alla prestigiosa Juilliard School, eccezione rara per la sua età e per la sua origine. Il suo stile pianistico fondeva la formazione classica con la passione per il jazz e il gospel, creando un suono inconfondibile, ricco di swing ma anche di rigore tecnico.

Negli anni ’30 e ’40 diventò una star nei club di New York, ma fu anche una presenza brillante in radio, al cinema e sui palcoscenici di Broadway. E tutto questo con un’immagine sofisticata, elegante, consapevole del proprio valore in un'epoca in cui le donne nere raramente avevano voce.

Hazel Scott fu una delle prime donne afroamericane a ottenere ruoli di rilievo a Hollywood, comparendo in film musicali accanto a star bianche – un fatto rivoluzionario per l’epoca. Ma fu anche una delle prime a rifiutare ruoli stereotipati: non voleva interpretare domestiche, servette, caricature.

In un’intervista disse: "Non posso interpretare una schiava sullo schermo, mentre combatto per la libertà nella vita reale."

Nel 1950 divenne la prima donna afroamericana ad avere un proprio programma televisivo nazionale, The Hazel Scott Show. Una conquista storica, purtroppo di breve durata: poco dopo la sua comparsa davanti alla commissione McCarthy, in piena era del maccartismo, lo show venne cancellato. Nonostante non ci fossero prove contro di lei, la sola accusa bastava per mettere fine a una carriera.

Hazel Scott non fu solo un’artista talentuosa, ma una voce pubblica coraggiosa. Protestò contro la segregazione razziale nei teatri, rifiutò di suonare in locali che separavano il pubblico bianco da quello nero, e usò la sua fama per parlare apertamente di giustizia, equità e diritti.

Fu anche sposa di Adam Clayton Powell Jr., influente pastore e politico afroamericano. Ma la sua identità pubblica non fu mai subordinata al marito: Hazel Scott fu sempre una donna autonoma, capace di battersi per sé e per la comunità.

Stanca delle pressioni e delle ingiustizie, negli anni ’50 lasciò gli Stati Uniti e si trasferì a Parigi, dove continuò a esibirsi, registrare e crescere il figlio. Tornò più tardi in patria, ma senza mai riguadagnare del tutto il posto che meritava sulla scena americana.

Negli ultimi decenni, però, Hazel Scott è tornata a essere celebrata: la sua figura è stata riscoperta da musicisti, storici e registi. Filmati restaurati, ristampe delle sue incisioni e articoli critici hanno contribuito a riportarla dove dovrebbe sempre essere: tra le grandi protagoniste della cultura americana del Novecento.

Hazel Scott era tutto ciò che oggi si ammira: una donna nera indipendente, colta, raffinata, impegnata e appassionata. Ma non era solo un simbolo: era anche una musicista straordinaria, capace di passare da Chopin al boogie-woogie con una naturalezza impressionante.

Ascoltare oggi i suoi dischi – specialmente le incisioni per la Decca degli anni ’40 – è un’esperienza che sorprende: la sua energia, la sua eleganza, la sua ironia musicale sono ancora intatte.

E nel rivederla nei film d’epoca – in abiti da sera scintillanti, seduta con grazia al pianoforte a coda, orgogliosa e potente – si capisce quanto fosse avanti. Non solo per il suo tempo, ma anche per il nostro.

A 105 anni dalla sua nascita, Hazel Scott non è solo una figura da ricordare, ma da ascoltare, studiare e celebrare. Nel jazz come nella storia dei diritti civili, la sua voce è stata chiara, colta, potente. E continua a risuonare.

Hazel Scott ci ha insegnato che talento e coraggio possono convivere, e che la bellezza, se non ha giustizia, non è abbastanza. Oggi, mentre riscopriamo il suo lascito, il modo migliore per onorarla è proprio questo: ascoltarla.




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