Joe Lovano The Spiritual Side of Coltrane - 2016

Ci sono concerti che sembrano superare i confini del tempo e dello spazio. Non solo performance musicali, ma vere e proprie esperienze spirituali. 

Il video del 2016 intitolato “Joe Lovano – The Spiritual Side of Coltrane” è uno di questi momenti sospesi, in cui il jazz diventa rito, evocazione, e dialogo profondo con l’invisibile.

Sul palco del Lincoln Center, Joe Lovano non si limita a suonare: guida una cerimonia musicale, con la solennità di un sacerdote, un esploratore di dimensioni interiori, un uomo in ascolto. 

Attorno a lui, una formazione che va ben oltre la semplice somma di nomi eccellenti: Joe Lovano – sassofono tenore; Ravi Coltrane – sassofono tenore; Tom Harrell – tromba e flicorno; Geri Allen – pianoforte; Reggie Workman – contrabbasso; Andrew Cyrille e Brian Blade – batteria . È un ensemble creato per tessere un dialogo collettivo e profondamente meditativo attorno alla figura e all'eredità spirituale di John Coltrane. 

È una formazione intergenerazionale, profonda, carica di storie. Reggie Workman, ad esempio, aveva suonato con lo stesso Coltrane. Ravi è suo figlio. Geri Allen e Joe Lovano avevano entrambi una lunga storia di ricerca spirituale attraverso la musica. E poi c’è Tom Harrell, figura silenziosa e poetica, che con il suo flicorno e la sua tromba porta una luce delicata e intensa nel cuore del suono.

Harrell è una presenza speciale. Non è un musicista che cerca il protagonismo, ma ogni suo intervento è necessario, carico di significato. Il suo suono – puro, morbido, talvolta malinconico – si inserisce nel tessuto sonoro con un senso quasi sacrale. Le sue frasi non interrompono, ma amplificano. Offrono respiro. Il suo modo di suonare la tromba in questo contesto è come una preghiera, un lamento lirico che risponde, nel silenzio, alla voce di Coltrane evocata dal palco.

Il progetto non è un tributo nel senso consueto del termine. Non si tratta di riprodurre i brani di Coltrane con fedeltà filologica. Piuttosto, è un tentativo di ricreare lo spirito, l'intento, il respiro profondo di una musica che nasceva da un’urgenza interiore. Lovano e Ravi Coltrane si alternano in lunghi dialoghi, spesso più vicini alla meditazione che all’improvvisazione virtuosistica.

Le armonie modali si dilatano sotto le dita di Geri Allen, i ritmi si frantumano e si ricompongono nella batteria essenziale e creativa di Andrew Cyrille. Il basso di Reggie Workman, autorevole e discreto, tiene salda la connessione con le radici. E sopra tutto, si muove una spiritualità silenziosa, collettiva, che non ha bisogno di parole.

Guardare (e ascoltare) questo concerto oggi significa ricordare che il jazz, al suo apice, non è solo forma o tecnica, ma ricerca di senso. È linguaggio dell’anima, strumento per toccare ciò che non si può spiegare. In questo, The Spiritual Side of Coltrane è più che un omaggio: è un atto di fede musicale, una meditazione condivisa, una liturgia laica celebrata attraverso il suono.

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