Guggenheim Fellowship nel 2021, il diciassettesimo album di Rez, "Sound Remains", segna un ritorno al calore e all'immediatezza della chitarra acustica con il suo ensemble di lunga data, il Rez Abbasi Acoustic Quartet (RAAQ).
In questo album, il terzo del gruppo, Rez si riunisce con il vibrafonista Bill Ware, il bassista Stephan Crump e il batterista Eric McPherson, la cui sinergia collettiva ha alimentato i loro precedenti acclamati album, "Natural Selection" e "Intents and Purposes". Questa volta, la formazione si amplia con il maestro percussionista Hasan Bakr, che porta con sé i ritmi profondamente radicati della sua eredità Gullah-Geechee, aggiungendo nuovi strati di texture e interazione.
Questo mondo sonoro è stato splendidamente realizzato nell'album. Rez utilizza chitarre acustiche con corde in acciaio in tutto il disco, uno strumento insolito nel contesto jazz e che ha fatto suo. "Volevo riconnettermi con l'intimità del mio gruppo acustico, dove suono solo la chitarra acustica. Questa volta, tuttavia, l'elemento aggiuntivo delle percussioni improvvisate con la band ha dato un nuovo tocco ai miei brani: sono stato motivato da come Guillermo Franco, uno degli insegnanti di Hasan, suonava con il gruppo di Keith Jarrett."
Un'opera profondamente personale, Sound Remains si sviluppa come una suite di meditazione: ogni composizione riflette l'esplorazione di Rez della presenza, della consapevolezza e della dissoluzione dell'attaccamento guidato dall'ego. "La meditazione mi aiuta ad allinearmi con la pace che deriva dal liberarmi dai desideri perpetui e dai condizionamenti personali. Quando raggiungo quello spazio, spesso l'unica cosa che rimane è il suono."
Ogni brano originale presenta una serie di intricate idee compositive, realizzate con forza dalla naturale empatia del gruppo e dall'impegno emotivo delle performance. La title track "Presence" stabilisce un groove 12/8 su cui chitarra e vibrafono si scambiano idee e frasi. In "You Are", le percussioni di Hasan fondono i ritmi sottili che spingono Rez in un assolo incandescente.
"Questar" di Keith Jarrett riceve una lettura profondamente espressiva, mentre "Folk's Song", un duetto ipnotico tra chitarra e vibrafono, è un sentito omaggio ai genitori di Rez dopo la scomparsa della madre, riflettendo su come la consapevolezza della mortalità possa paradossalmente approfondire l'apprezzamento per la vita. "Dopo la scomparsa di mia madre l'anno scorso, la realtà dell'impermanenza mi ha colpito da vicino e con forza. Ho dovuto scavare più a fondo e, oltre alla musica, gli insegnamenti yoga e la meditazione mi hanno aiutato ad accettare l'impermanenza. L'album è dedicato a lei."
La brillantezza ritmica risplende in "Spin Dream", una metafora della confusione circolare della vita, che oscilla in modo emozionante tra un groove contagioso e uno swing travolgente. Un'interpretazione spontanea di "Lonnie's Lament" di John Coltrane, suonata con la chitarra fretless, mette in mostra la fluida creatività della band. "Meet the Moment" offre un promemoria mantra per rimanere presenti, con la composizione sezionale avanzata che si sviluppa fino a un intenso incontro culminante tra chitarra e vibrafono, mentre "Purity" chiude l'album con una risonanza edificante e gospel.
"Sound Remains" è ricco di profondità ed emozione, a testimonianza del profondo legame tra Rez e la sua band. "L'uso dello spazio da parte di Eric si integra splendidamente con la sensibilità ritmica di Hasan. Il suono di Bill al vibrafono è unico. E la presenza di Stephan al basso è imponente. Abbiamo catturato qualcosa di veramente speciale in questo disco."

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