Richard Galliano New York Tango Trio - Jazz sous les pommiers 2025 (video)

A Jazz sous les pommiers 2025, il concerto di Richard Galliano con il suo New York Tango Trio è stato uno di quei momenti che sembrano sospesi nel tempo, dove musica e memoria si fondono in un linguaggio senza confini. 

Il festival, ospitato come sempre nella suggestiva cornice di Coutances, ha accolto con calore e attenzione uno dei più grandi interpreti viventi del bandoneon, capace di traghettare la tradizione del tango argentino verso nuovi orizzonti jazzistici e cameristici.

Sul palco, al fianco di Galliano, c’erano Adrien Moignard alla chitarra e Diego Imbert al contrabbasso, compagni di viaggio raffinati e impeccabili nel sostenere e intrecciare il flusso musicale. Il trio ha proposto un repertorio che alternava brani originali firmati dallo stesso Galliano a omaggi sentiti al maestro Astor Piazzolla, figura centrale nella formazione e nella vocazione artistica del musicista francese.

Il concerto è stato un vero e proprio racconto musicale: lirico, intenso, dinamico. Galliano ha dimostrato ancora una volta la sua straordinaria capacità di far cantare il bandoneon con una voce unica, capace di evocare malinconia e luce, inquietudine e danza. Ogni nota sembrava portare con sé un frammento di mondo: le strade di Buenos Aires, le atmosfere parigine, i club del jazz newyorkese, i silenzi delle campagne francesi.

Il trio ha affrontato i cambi di ritmo e di colore con naturalezza, passando dalla milonga al musette, dal valzer musette al jazz più ardito, senza mai perdere quella tensione poetica che rende il suono di Galliano così riconoscibile. La chitarra di Moignard, delicata e precisa, offriva una trama armonica sempre fluida, mentre il contrabbasso di Imbert ancorava il trio a una pulsazione profonda e discreta, dando spazio alla libertà espressiva del bandoneon.

Tra i momenti più emozionanti, un’interpretazione di Oblivion che ha lasciato il pubblico in un silenzio carico di emozione, seguita da un brano originale di Galliano dedicato alla figura paterna, eseguito con una sensibilità quasi cameristica. E poi le improvvisazioni, i piccoli sorrisi scambiati tra i musicisti, la sensazione di trovarsi di fronte a una musica viva, vera, che nasce nel momento e nel dialogo.

Jazz sous les pommiers ha confermato ancora una volta la sua vocazione per una programmazione di qualità, capace di dare spazio a progetti raffinati e di grande profondità. Il concerto di Galliano e del suo trio è stato, senza dubbio, uno dei picchi emotivi di questa edizione: un’esplorazione sonora che ha unito passato e presente, radici e visione, con la grazia di chi fa della musica una forma di poesia.


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