Bud Powell – Time Waits (Blue Note Classic Vinyl Series)

Torna in vinile, in una ristampa curata e attesa, uno degli album più affascinanti e meditativi del grande Bud Powell: Time Waits, registrato per la Blue Note nel 1958, è più di un semplice capitolo nella discografia del pianista. 

È un momento sospeso, un autoritratto sonoro in cui la fragilità, la bellezza e l’umanità dell’uomo si intrecciano con la grandezza dell’artista.

Ascoltare oggi Time Waits nel suo formato originario, su vinile, significa riconnettersi a una dimensione tattile, calda e intima del jazz. Il fruscio iniziale del disco, la delicatezza con cui il piano entra sulla traccia d’apertura, sono piccoli gesti che diventano rituali, e ci riportano a un’epoca in cui la musica non era mai solo consumo, ma esperienza.

Powell, nel 1958, era già segnato dalla malattia mentale e dalle frequenti ospedalizzazioni, ma al tempo stesso manteneva intatta una capacità espressiva fuori dal comune. Nei brani di Time Waits si avverte una sorta di malinconica lucidità, come se ogni nota fosse scelta con un’urgenza silenziosa. Il trio – con Sam Jones al contrabbasso e Philly Joe Jones alla batteria – accompagna Powell con discrezione e rispetto, lasciando al pianoforte tutto lo spazio per respirare, per riflettere, per raccontare.

Il titolo stesso, Time Waits, è emblematico: il tempo – che nella vita di Bud era stato spesso nemico, correndo troppo veloce o troppo distorto – qui sembra invece fermarsi. Il brano omonimo, uno dei più intensi del disco, è un tema originale che vibra di sensibilità armonica e controllo formale, pur senza rinunciare all’emozione. Powell non si lancia in acrobazie virtuosistiche: preferisce cercare l’essenziale, con un tocco che sa essere fragile e insieme profondo.

La nuova edizione in vinile restituisce tutta la gamma dinamica e timbrica di questa registrazione, realizzata negli studi di Rudy Van Gelder, altro nome imprescindibile nella storia del jazz moderno. Le ristampe Blue Note continuano a offrire, anche ai nuovi ascoltatori, l’occasione di scoprire o riscoprire capolavori come questo, in un formato che restituisce al disco la sua aura originaria.

Time Waits non è il disco più esplosivo o celebre di Bud Powell, ma forse è tra i più sinceri. È un lavoro che si prende il tempo per respirare, per dire le cose senza urlare. Un invito a rallentare, ad ascoltare tra le pieghe, a riconoscere – in ogni imperfezione, in ogni pausa – il valore umano della musica. 

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