È un album che non si limita a rappresentare un punto d’arrivo estetico, ma diventa dichiarazione d’identità, gesto politico e atto di memoria collettiva.
Con la sua scrittura raffinata, l’intreccio dinamico tra tradizione e avanguardia, e un impegno narrativo che affonda le radici nella storia recente dell’America Latina, Zenón ci invita a riflettere sul ruolo del jazz come forma di resistenza culturale.
Il diciottesimo album di Zenón come leader è stato registrato in due notti nel settembre 2024 all'iconico Village Vanguard di New York. Pubblicato sull'etichetta Miel Music di Zenón, presenta materiale completamente nuovo, tra cui sei composizioni di Zenón, oltre ai suoi arrangiamenti di "El Día de Mi Suerte" di Willie Colón e Héctor Lavoe (1973) e "Perdóname" di Gilberto Santa Rosa (1990).
Vanguardia Subterránea è ispirato ai movimenti artistici e letterari dell’America Latina che operarono in contesti di censura, repressione e dittature. Zenón ha attinto a testimonianze, opere e testi di poeti, scrittori e attivisti vissuti e attivi sotto regimi autoritari — da Buenos Aires a Santiago del Cile, da Montevideo a Lima — per costruire un’opera che è allo stesso tempo un viaggio musicale e un archivio della memoria.
Non si tratta solo di ispirazione concettuale: Zenón ha lavorato direttamente con fonti primarie e documenti, trasformando le parole, i ritmi e le atmosfere di quelle resistenze in linguaggio musicale. Il jazz diventa così il vettore attraverso cui dare voce a chi è stato silenziato.
Il quartetto che accompagna Zenón in questo progetto è quello che lo affianca da anni, una formazione ormai consolidata e sinergica: Luis Perdomo al pianoforte, Hans Glawischnig al contrabbasso, Henry Cole alla batteria.
Il titolo stesso dell’album, Vanguardia Subterránea, porta con sé un doppio significato. Da un lato richiama l’idea di una “avanguardia sotterranea”, invisibile ai più, ma attiva, resistente, operante nell’ombra. Dall’altro è un omaggio a tutti quegli artisti, pensatori e intellettuali che hanno continuato a creare, scrivere, suonare e cantare anche sotto la minaccia della censura e della violenza politica.
Zenón, portoricano di nascita e cittadino del mondo, ha sempre usato la musica come ponte tra culture e come strumento di riscoperta identitaria. In questo progetto, la sua visione si fa ancora più ampia, includendo un’intera area geografica e culturale, e abbracciando la storia come elemento fondamentale del gesto creativo.
In un’epoca in cui il jazz rischia spesso di essere relegato a forma estetica, Zenón lo riporta al suo ruolo originario: linguaggio della libertà. Ma non si tratta di retorica. Vanguardia Subterránea è un lavoro di grande bellezza sonora, con momenti lirici, passaggi travolgenti e strutture complesse che si rivelano con nuovi significati a ogni ascolto. È un disco da ascoltare con attenzione, ma anche da sentire visceralmente.
Non è facile trovare oggi opere jazz che riescano a coniugare così profondamente forma e contenuto, radici e contemporaneità, scrittura e spontaneità. Miguel Zenón, con questo nuovo capitolo della sua discografia, ci ricorda che il jazz non è solo una musica d’intrattenimento o di raffinato virtuosismo, ma può (e forse deve) essere anche una forma di testimonianza.
Vanguardia Subterránea è un disco necessario. Perché ci parla di storie dimenticate. Perché ci fa ascoltare la voce di chi ha resistito. E perché, semplicemente, è un esempio di grande arte.

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