Registrato nel 1969 ma pubblicato solo nel 1973 dalla Strata-East – etichetta indipendente d’avanguardia – questo album è un’opera densa, mistica, eppure profondamente radicata nella realtà afroamericana del tempo. Non è un disco facile, ma è uno di quelli che, una volta entrati nella sua orbita, non si dimenticano più.
Pharoah Sanders, all’epoca reduce dal periodo coltraniano, è già un profeta in proprio. Il suo sassofono tenore non cerca la bellezza convenzionale ma la verità, scavando nel suono per trovarvi qualcosa di più grande: uno spirito, una voce collettiva, un grido. Izipho Zam è proprio questo: un rituale sonoro, un dono musicale che è al tempo stesso offerta e rivendicazione.
L’album si apre con “Prince of Peace”, un brano che, con la voce soul-gospel di Leon Thomas, introduce subito il tema centrale: la ricerca della pace spirituale in un mondo lacerato. Thomas canta con quel suo stile inconfondibile, tra canto yodel e preghiera, mentre Sanders soffia melodie larghe, aperte, intrise di speranza.
Segue “Balance”, brano più contenuto ma non meno intenso, costruito su un groove circolare e sostenuto dalla percussione e dall'arpa, dove il flauto di Sonny Fortune e l'arpa di Howard Johnson (sì, un tubaista che qui esplora anche l’arpa africana) aprono dimensioni oniriche.
Ma è la title track – “Izipho Zam (My Gifts)” – che occupa tutto il lato B dell’album, a segnare davvero la differenza. Ventotto minuti di libertà assoluta, tra free jazz, percussioni africane, voci spirituali, invocazioni, esplosioni collettive. È una suite ipnotica, un viaggio cosmico, un’estasi rituale. Si ha l’impressione di assistere a qualcosa di sacro e primordiale, un’esplorazione che unisce tradizione africana e avanguardia afroamericana.
L’ensemble che accompagna Sanders è impressionante: oltre a Leon Thomas e Sonny Fortune, ci sono Lonnie Liston Smith al piano, Cecil McBee al contrabbasso, Billy Hart alla batteria, e una sezione percussiva ricca che include Chief Bey e Nat Bettis. Non è solo un disco di Pharoah Sanders, ma una celebrazione collettiva dello spirito afrocentrico.
Se Coltrane è il sacerdote, Sanders è lo sciamano. In Izipho Zam, porta l’ascoltatore in un rito sonoro che fonde jazz, spiritualità, cultura africana e tensione politica. È un disco che sfida le etichette e resta, ancora oggi, radicalmente contemporaneo.
Per la prima volta in assoluto, questo lavoro fondamentale di un sassofonista leggendario sarà disponibile su CD e piattaforme digitali, oltre che su vinile da 180 grammi.
Stampata presso Record Technology Inc. (RTI) e masterizzata da Kevin Gray presso Cohearent Audio, l'edizione in vinile è presentata in una copertina apribile tip-on lucida di alta qualità. Include anche nuove note di copertina di Harmony Holiday e foto inedite, rendendo questa uscita un must per gli appassionati di jazz e i collezionisti.

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