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| Toresetre CC BY-SA 4.0 |
Stanko era considerato uno dei musicisti jazz più originali d'Europa, caratterizzato da un tono distintivo e una certa malinconia slava.
La sua musica rappresentava un ponte tra l'Est e l'Ovest durante gli anni della Guerra Fredda, portando una sensibilità peculiarmente europea nel panorama jazz internazionale.
Cresciuto sotto la dittatura comunista, Stanko scoprì il jazz attraverso le trasmissioni di Willis Conover per Voice of America. Un momento cruciale della sua formazione fu l'incontro con Dave Brubeck nel 1958, durante un tour sponsorizzato dal Dipartimento di Stato americano. Questo primo contatto con il jazz d'oltreoceano lasciò un'impronta indelebile sul giovane musicista.
Stanko emerse durante un periodo dorato del jazz polacco, insieme a pianisti come Adam Matyszkowicz (Makowicz), il sassofonista Zbigniew Seifert e il pianista Krzysztof Komeda. Nel 1962 organizzò il suo primo gruppo, The Jazz Darings, con Makowicz al piano, segnando l'inizio di una carriera che avrebbe attraversato oltre cinquant'anni di innovazione musicale.
La collaborazione con Krzysztof Komeda negli anni '60 fu particolarmente significativa. Sta?ko si unì al quintetto di Komeda, diventandone presto il pilastro, e questa esperienza gli permise di sviluppare quel linguaggio musicale unico che avrebbe caratterizzato tutta la sua carriera.
Stilisticamente legato al Free jazz e al Jazz d'avanguardia, Stanko sviluppò un approccio personale che combinava la libertà espressiva del free jazz con una profonda sensibilità melodica. La sua tromba aveva un suono immediatamente riconoscibile: caldo, espressivo, spesso venato di quella malinconia che rifletteva la sua esperienza di vita nell'Europa dell'Est.
Il musicista polacco non si limitò mai a seguire le correnti dominanti del jazz americano, ma creò un proprio linguaggio che parlava dell'esperienza europea, delle sue contraddizioni storiche e della sua ricerca di libertà. Descritto dal New York Times come "uno dei musicisti improvvisatori più acclamati d'Europa", Stanko riuscì a conquistare il riconoscimento internazionale senza mai perdere la sua identità culturale.
La scomparsa di Tomasz Stanko il 29 luglio 2018 ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama jazz internazionale. Il musicista soccombette al cancro all'età di 76 anni, ma la sua eredità musicale continua a vivere attraverso le sue registrazioni e l'influenza che ha avuto su generazioni di musicisti.
New York, che Stanko considerava la sua casa spirituale lontano dalla Polonia, ha continuato a onorare la sua memoria. Nel 2022, in quello che sarebbe stato il suo 80° compleanno, la città ha ospitato concerti celebrativi, testimoniando l'impatto duraturo della sua musica sulla scena jazz internazionale.
Nel giorno del suo compleanno, è importante ricordare Tomasz Stanko non solo come un grande musicista, ma come un artista che ha saputo trasformare le proprie esperienze storiche e culturali in una musica universale. La sua capacità di parlare di libertà attraverso la musica, di esprimere la condizione umana con la sua tromba, rimane una lezione preziosa per tutti gli amanti del jazz.
La sua discografia, che include capolavori come "Balladyna" e "Suspended Night", continua a essere un punto di riferimento per chiunque voglia comprendere l'evoluzione del jazz europeo. In questo giorno speciale, la sua musica risuona ancora più intensamente, ricordandoci che l'arte vera non conosce confini né tempo.

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